A un solo giorno solo dalla data ultima per raggiungere un accordo per il salvataggio di Alitalia, la strada si fa più chiara sul versante finanziario, ma resta in salita su quello sindacale. Proprio nella giornata di giovedì si cercherà di fare un ulteriore passo con l’incontro tra il governo (Carlo Calenda, Graziano Delrio, Giuliano Poletti) e i sindacati (Camusso, Furlan e Barbagallo). E’ una corsa contro il tempo considerando che il via libera dei soci sulla ricapitalizzazione di Alitalia è condizionato all’accordo tra l’azienda e i sindacati che si cercherà di trovare con la mediazione del governo.
Sul fronte finanziario, dopo il gran rifiuto di Cdp, scende in campo Invitalia. L’agenzia nazionale per gli investimenti e lo sviluppo controllata dal Tesoro potrebbe fornire la garanzia pubblica chiesta da Intesa Sanpaolo e Unicredit sia su eventuali nuovi crediti sia sul “contingent equity” che dovrebbero versare se il piano di rilancio presentato non dovesse (come temono) proseguire nella direzione programmata.
Nel dettaglio, la garanzia riguarderà 210 milioni (105 di Intesa e altrettanti di Unicredit) sui 400 calcolati di eventuale “contingent equity”. In questo modo le due banche (già azioniste e creditrici della compagnia aerea) si dovrebbero convincere a convertire i loro crediti in azioni della compagnia, contribuendo così in modo decisivo ai circa due miliardi di ricapitalizzazione necessari a salvare Alitaila e sostenere il nuovo piano industriale.
C’è comunque il rischio che l’Unione europea si opponga, dal momento che le regole di Bruxelles non consentono interventi pubblici diretti nelle casse delle compagnie aeree continentali.
Per quanto riguarda invece il fronte sindacale, Alitalia ha sospeso la trattativa e i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto l’intervento del governo. Gli esuberi scendono complessivamente a circa 1.700 dagli oltre duemila previsti. resta da risolvere il problema degli ammortizzatori sociali dopo che l’Inps ha chiarito che il Fondo del comparto aereo non potrà essere utilizzato per il sostegno al reddito di chi volontariamente dovesse scegliere di lasciare il lavoro.
Quanto al costo del lavoro, è possibile che il taglio dei salari del personale navigante venga ridimensionato: le riduzioni previste per i piloti di lungo e medio raggio (rispettivamente 22 e 28 per cento) e quelle per hostess e steward (30 percento) potrebbero scendere al 10 o al 15 per cento.
Le banche, prima di mettere mano al portafoglio, vogliono che i sindacati firmino l’accordo. Altrimenti Alitalia andrà incontro al suo secondo fallimento.