La perdita di 200 milioni nei primi tre mesi è alla base dell’aumento del prestito del Governo a 600 milioni ed è la prova del nove che il commissariamento della compagnia durerà non sei ma nove mesi, cioè fino a dopo le elezioni politiche del 2018.
Oggi si è saputo che la perdita Alitalia nel primo trimestre è stata di 200 milioni. È la prova del nove di quanto sostenuto in un precedente articolo pubblicato la settimana scorsa su FIRSTonline.
Ricordiamo che il governo aveva annunciato un prestito di 400 milioni per dare tempo sei mesi (200 milioni a trimestre) ai commissari di presentare il programma. Poi, il prestito era salito a 600 milioni (una volta e mezza) ed era stata adombrata una proroga a nove mesi (una volta e mezza).
La notizia odierna spiega che: il flusso di 200 milioni a trimestre ha un’origine economica, non finanziaria; non essendoci più soci ed essendo chiuso il rubinetto del credito, la perdita economica si traduce in fabbisogno finanziario; persone avvedute di Alitalia come Gubitosi e Laghi ne avranno informato il governo prima del commissariamento; il governo ha calcolato che per scavalcare le elezioni del 2018 servono almeno nove mesi e che 200 per tre trimestri fa 600; perciò ha aumentato il prestito, il quale è un rimborso a pie’ di lista.
La cosa più strana è questa: il governo non ha decurtato quest’importo del ricavato di tutte le microdismissioni di assets secondari che i commissari alacremente realizzeranno. Chissà perché.
*riccardo.gallo@uniroma1.it
È professore ordinario di Economia Applicata nella Facoltà di Ingegneria, Sapienza Università di Roma. Ha integrato con successo attività universitaria e compiti di risanamento del sistema produttivo italiano, svolti in ambiti aziendali, finanziari, governativi. È stato: presidente dell'Istituto per la Promozione Industriale (2003-2008), membro del Comitato privatizzazioni al Ministero Economia e Finanze (2002-2007), membro indipendente ed esperto finanziario del Consiglio di Sorveglianza e del Comitato d'Audit della STMicroelectronics NV, quotata al NYSE, al CAC e alla Borsa di Milano (1997-2005), coordinatore del Comitato di consulenza industriale al Ministero delle Attività Produttive (2003), liquidatore della Nuova Autovox (1988-2003), amministratore straordinario e risanatore del gruppo Fidia farmaceutici (1994-99), vicepresidente dell’Iri (1991-92), dirigente generale Responsabile dell’Ufficio Vertenze Industriali del Ministero dell’Industria (1987-91), consigliere di amministrazione dell’Efim (1985, dimissionario nel 1990), dirigente generale per la Segreteria Cipe e Cipi (1982-83), membro del Comitato per l’Intervento nella Sir (1980-2010), consulente tecnico dell’Istituto Mobiliare Italiano (1969-80).