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Alimenti, arrivano le nuove etichette

Da sabato prossimo tutti i prodotti alimentari dovranno essere messi in vendita con etichette più chiare, scritte in grandezza leggibile, con più informazioni per i consumatori. Un aiuto contro le contraffazioni. Codici: sbagliato aver escluso l’indicazione dello stabilimento di produzione.

Alimenti, arrivano le nuove etichette

Etichette più chiare per gli alimenti. Per la nuova etichettatura dei prodotti alimentari arriva il giorno del debutto: sabato prossimo 13 dicembre i produttori dovranno esporre prodotti in linea con la rinnovata disciplina Ue che ha avuto un periodo di gestazione di ben quattro anni. Una novità tanto più benvenuta che proprio mentre si susseguono fiere e sagre dedicate al made in Italy alimentare, emergono i soliti guai: contraffazioni, truffe, problemi di conservazione e via dicendo.

La nuova etichettatura aiuterà a risolverli sebbene rimangano alcuni vuoti ancora non chiariti, come ad esempio l’indicazione dello stabilimento di produzione: se infatti sul piano della sicurezza alimentare, si avrà un’ulteriore garanzia dal momento che ci sarà l’indicazione del lotto di produzione, su quello etico ed economico delle scelte, invece, alcune associazioni dei consumatori, come CODICI, ritengono opportuno che i consumatori debbano essere chiaramente informati e coscienti da dove e da chi è stato prodotto l’alimento scelto. 

La nuova disciplina porta in generale significativi cambiamenti in etichetta, tali da rendere più chiare molte informazioni prima omesse oppure solo facoltative, come ad esempio l’indicazione d’origine delle carni suine, ovine, caprine e volatili (disciplina che partirà dal 01/04/2015 ed attualmente attuata solo per le carni bovine) oppure le modalità d riciclo degli imballaggi. Da sabato prossimo scatta inoltre l’obbligo dell’etichettatura nutrizionale. Si dovranno dunque indicare il valore energetico, i grassi ed i carboidrati, gli zuccheri, il sale e le proteine. Si avranno pertanto una maggiore trasparenza in modo da salvaguardare maggiormente la scelta del consumatore e quindi la sua sicurezza.

Le novità

Il regolamento esplicita in maniera chiara che le etichette devono essere posizionate in modo “ben visibile”, preferibilmente sulla parte anteriore del prodotto, e non in parti marginali. Per quanto riguarda la grandezza dei caratteri viene indicata una misura minima non inferiore a 1,2 mm di altezza, che si riduce a 0,9 mm, solo nel caso in cui le confezioni sulle quali si appongono le etichette abbiano una superficie inferiore ad 80 centimetri quadrati. Il regolamento prende in esame anche i casi in cui la superficie della confezione è inferiore a 10 cm quadrati chiarendo che in quel caso possono essere riportate solo le indicazioni principali. Per quanto riguarda i dati della dichiarazione nutrizionale, essi dovranno riportare sia il contenuto energetico che le percentuali degli elementi espresse sulla base di 100 mg oppure di 100 ml di prodotto. Dovrà inoltre essere indicata in modo chiaro ed evidenziata la presenza di allergeni; questa indicazione dovrà essere fatta anche per quanto riguarda i cibi “non imballati, come per esempio quelli che sono venduti all’interno di mense e ristoranti.

 Resta naturalmente l’obbligo dell’indicazione della data di scadenza, estesa anche sui singoli incarti interni, per quanto riguarda i cibi contenuti in scatole. Il regolamento indica anche il divieto di inserire sulle confezioni delle indicazioni “fuorvianti”, e chiarisce che l’aspetto e la descrizione devono avere la massima comprensibilità, in modo da non creare confusioni nel consumatore. 

Le conferme

Confermate anche le indicazioni già previste in precedenza, tra le quali la denominazione dell’alimento, l’elenco e la relativa quantità dei suoi ingredienti e relativa quantità, i termini di conservazione e la data di scadenza, la quantità netta, il nome di chi commercializza il prodotto o la sua ragione sociale, il paese d’origine, e le istruzioni per l’uso. Nel caso di prodotti contenenti un volume di alcool maggiore dell’1,2%, anche il relativo valore alcolometrico.


Riusciranno le nuove etichette a ridurre il problema delle comntraffazioni e truffe alimentari? C’è da augurarselo: Proprio in questi giorni sono finiti nuovamente sotto tiro due eccellenze del made in Italy: olio d’oliva e mozzarella di bufala. Che quest’anno il rischio di olio contraffatto fosse altissimo, colpevole la bassa produzione di olive dovuta alle sfavorevoli condizioni meteorologiche e alla diffusione in varie regioni degli insetti parassiti delle piante, era noto. E infatti il Ministero delle Politiche Agricole ha scoperto un giro di fatture false per 10 milioni di euro in quattro regioni italiane (Puglia, Calabria, Umbria, Toscana), relativo al commercio di oltre mezzo milione di litri di olio extravergine di oliva, per un valore commerciale complessivo di 3 milioni di euro. L’operazione, denominata “Olio di carta”, è stata coordinata dalla Procura di Trani.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha invece eseguito nel Casertano quattro ordini di custodia cautelare per due imprenditori e due veterinari. L’accusa, per la produzione di falsa mozzarella Dop, è di associazione a delinquere, commercio di sostanze pericolose per la salute pubblica e l’alimentazione.


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