Deflazione e crollo dei consumi non preoccupano eBay. E nemmeno l’avanzata di Alibaba. Il gruppo delle vendite online vede scorrere di fronte ai suoi occhi numeri tutti in crescita: 20,4 miliardi di dollari è il valore dei beni venduti, nel secondo trimestre 2014, sulla sua piattaforma globale, con una crescita del 12% sullo stesso periodo dello scorso anno. Anche nel nostro Paese il mercato è in continua espansione, afferma Lamberto Siega, head of merchants strategy and innovation per Francia, Italia e Spagna, e mostra un trend a due cifre ormai consolidato. E suona come la premessa per un futuro balzo in avanti.
Alibaba ha sbancato Wall Street con una Ipo da record, Zalando ha fatto scintille in Europa, Amazon ha messo in vendita il suo telefonino il giorno prima che Apple presentasse il suo nuovo iPhone 6. C’è molto fermento nel mondo del commercio digitale. Sentite aumentare la pressione competitiva?
“L’Ipo di Alibaba non ci spaventa. E non siamo preoccupati che possa diventare una minaccia in Europa dove, se avesse una posizione specifica, dovrebbe comunque operare in crossboard trade. In questo settore eBay ha 19 anni di esperienza. Abbiamo realizzato un network internazionale che ha una massa cirtica e uno sviluppo non facili da attaccare”.
Veniamo all’Italia. La crisi si è fatta sentire sulle vendite online?
“Tutt’altro. Il mercato italiano è molto vivace e l’ecommerce nel 2013 è cresciuto del 18% con un volume di transazioni che supera i 13 miliardi di euro. Anche per quest’anno la crescita attesa sarà a due cifre: +17%. La penetrazione sul totale del consumi è arrivata al 3% contro il 12% in Inghilterra. La Francia è poco sotto il 10%, la Spagna sotto il 5%. Il differenziale italiano non va visto in negativo, sottintende un maggior margine di crescita possibile”.
Tuttavia il 2014 in Italia è stato un altro anno nero per consumi e deflazione.
“Come dicevamo, sull’online non registriamo alcuna frenata. Anzi per le imprese l’e-commerce è proprio la leva per compensare la stagnazione e raggiungere nuovi clienti e mercati esteri. Per i consumatori, è un modo per risparmiare anche attraverso offerte a sconto che non a caso chiamiamo “imperdibili”. Il risultato è che c’è molto interesse. Lo vediamo sia dai dati di mercato che dal comportamento dei 4 milioni di clienti attivi su eBay ai quali possiamo offrire 7.000 diverse merceologie. Per dare un’idea, da noi viene venduto un oggetto ogni secondo, solo in Italia. A livello globale, nei primi tre mesi di quest’anno il valore delle vendite transfrontaliere, quelle in cui compratore e venditore non sono nello stesso Paese, ha raggiunto 13 miliardi di dollari. Infine è arrivato a 16 milioni il numero di persone che, in Italia, utilizzano Internet per fare acquisti di vario genere, prodotti, biglietti, servizi
bancari. La metà di loro compra beni fisici soprattutto nell’elettronica, arredamento, abbigliamento e accessori. E’ a loro che ci rivolgiamo”.
La proverbiale ritrosia italiana verso l’uso delle carte di credito è tra i motivi della minore diffusione dell’e-commerce in Italia rispetto agli altri Paesi?
“Non più. Il 90% delle transazioni è fatto con carte di credito o con il sistema PayPal che dà garanzie di protezione e sicurezza al consumatore con una quota del 23% sui pagamenti online. Altre sono le barriere sulle quali stiamo lavorando per fornire alcune leve ai nostri venditori. Per esempio, per facilitare la spedizione e consegna della merce stiamo sviluppando anche in Italia accordi per consegnare i prodotti presso bar o esercizi commerciali o presso gli stessi venditori. In questa chiave vanno viste le intese già raggiunte con Indabox per sviluppare il click and collect, come pure con Unieuro o con Dhl. Il nostro obiettivo è portare le piccole e medie imprese sulla nostra piattaforma per aiutarle a crescere all’estero dove il nostro marketplace è presente in 176 Paesi. Oggi solo il 4% delle Pmi è attivo online ma quel che conta non è tanto avere un sito quanto avere visibilità”.
Perché scegliere eBay e non un altro?
“Siamo una grande vetrina sul mondo per farsi conoscere e riconoscere. Farlo da soli è come scalare una montagna”