Tra le vittime dell’attentato terroristico che sabato ha colpito un convoglio di pullman che stava evacuando profughi, in gran parte sciiti, in fuga dalla città siriana di Aleppo, almeno 68 sono bambini e 13 le donne. Lo rende noto l’Osservatore siriano per i diritti umani (Ondus).
Il bilancio dell’attentato kamikaze, riferisce l’Ansa, è salito a 126 morti. Le operazioni di evacuazione dei civili sono riprese domenica: almeno 3000 siriani saranno trasferiti da Foua e Kfarya, mentre altri 200, in maggioranza combattenti, saranno evacuati da Zabadani e Madaya.
“Il Signore Risorto guidi i passi di chi cerca la giustizia e la pace; e doni ai responsabili delle Nazioni il coraggio di evitare il dilagare dei conflitti e di fermare il traffico delle armi”. Così il Papa nel messaggio Urbi et Orbi. “In modo particolare sostenga gli sforzi di quanti si adoperano attivamente per portare sollievo e conforto alla popolazione civile in Siria, l’amata e martoriata Siria, vittima di una guerra che non cessa di seminare orrore e morte. E’ di ieri l’ultimo ignobile attacco ai profughi in fuga che ha provocato numerosi morti e feriti”. “Doni pace a tutto il Medio Oriente, a partire dalla Terra Santa, come pure in Iraq e nello Yemen”, ha detto ancora papa Francesco. “Non manchi la vicinanza del Buon Pastore alle popolazioni del Sud Sudan, del Sudan, della Somalia e della Repubblica Democratica del Congo, che patiscono il perpetuarsi di conflitti, aggravati dalla gravissima carestia che sta colpendo alcune regioni dell’Africa”, ha aggiunto.
Dall’Iraq alla Siria, dove è stato compiuto l’attentato, si incrociano i convogli di pullman provenienti da quattro località siriane assediate e che sono gradualmente svuotate in base a un accordo tra gli Hezbollah libanesi e l’ala siriana di al Qaida. Secondo le ricostruzioni concordanti dei media locali, l’esplosione è stata causata da un pick-up bomba guidato da un attentatore suicida che si è scagliato contro un assembramento di civili evacuati da località assediate nella regione di Idlib e di Damasco.
Il pick-up bomba doveva essere sul posto per distribuire cibo e bevande alle centinaia di persone che sostavano a Rashidin. Per soccorrere i numerosi feriti sono state usate anche ambulanze messe a disposizione per completare l’evacuazione dalle varie città assediate, tra cui mezzi di soccorso affidati all’ala siriana di al Qaida, che è parte integrante dell’accordo raggiunto con gli Hezbollah e con la mediazione di Iran e Qatar. Le immagini video diffuse dai media dal luogo dell’attentato mostrano diversi corpi senza vita a terra, numerose auto in fiamme, scene di disperazione e urla dei feriti e dei soccorritori.