Tel Aviv nel blu dipinto di blu. L’aviazione israeliana ha scelto il made in Italy per i suoi nuovi aerei addestratori. Una commessa stellare da circa un miliardo di dollari, che ha visto prevalere Alenia Aermacchi sugli agguerriti concorrenti sucoreani. La società d’areonautica controllata dal gigante Finmeccanica fornirà all’esercito israeliano una trentina di aviogetti M-346 per rimpiazzare la vecchia flotta di A-4 Skyhawk americani, in servizio ormai dal 1968.
Per chi sostiene il processo di pace in Medio Oriente, non è certo una buona notizia sapere che le forze armate israeliane saranno armate da una holding il cui azionista di maggioranza è il ministero delle Finanze italiano (che ha in tasca il 30,20% del pacchetto azionario di Finmeccanica).
Gli M-346 italiani non serviranno comunque a combattere in prima linea. Secondo quanto rivelato recentemente dal Corriere della Sera, Israele li compra per affidarli alla Marina e addestrare i cadetti dello Squadrone 102, meglio conosciuto con il rassicurante nome di “Tigri volanti“.
Come contropartita, “il governo italiano ha accettato di comprare prodotti dell’Industria di Difesa di Israele per l’ammontare totale di un miliardo di dollari americani”. Lo precisa il ministero della Difesa dello Stato ebraico in una nota diffusa dall’ambasciata israeliana a Roma.
Netta la reazione in Borsa di Finmeccanica, dopo una mattinata di ribassi in una seduta di generale contrazione del listino Milanese, a seguito degli annunci il titolo ha invertito la rotta e nel pomeriggio si attesta al più 1,12 per cento a 3,44 euro.
Più nel dettaglio, il direttore generale del ministero della Difesa israeliano, generale Udi Shinai raccomanderà al governo di Israele di autorizzare l’accordo in materia di difesa con il governo dell’Italia. L’intesa, si legge, riguarda la fornitura di circa 30 jet tecnologicamente avanzati di tipo M346 per esercitazioni simulanti combattimenti, jet che verranno consegnati da Alenia Aermacchi direttamente alla Forza Aerea di Israele (IAF).
La decisione finale, fanno sapere da Gerusalemme, è stata presa oggi “dopo una attenta analisi dei parametri e delle dimensioni dei mezzi aerei”, valutando la commessa nel contesto dell’accordo più generale di Roma con l’industria di Difesa di Israele, rispetto ad una offerta rivale dalla Corea del Sud. Le autorità israeliane sottolineano inoltre che, nella scelta, hanno contato molto i fondi per l’acquisizione, la qualità e il costo dei jet, oltre alle raccomandazioni della forza aerea nazionale, che avrebbe “espresso una preferenza professionale per i jet di addestramento italiani”.