Mentre Mariupol assediata dai russi si trova alle battute finali, Alekperov lascia Lukoil: il numero uno del colosso petrolifero russo Lukoil si è dimesso dal ruolo di presidente e direttore senza rivelare le motivazioni che stanno dietro a questa decisione. Lo fa sapere un comunicato. Notizia che non è passata inosservata alla Borsa di Mosca, dove il titolo del secondo produttore di greggio in Russia ha perso oltre il 3% dopo le dimissioni di Alekperov.
Lukoil è un’azienda privata che produce oltre il 2% del petrolio mondiale, una delle più grandi compagnie russe dopo le società statali Sberbank e Rosneft. Lukoil è presente anche in Italia con una propria raffineria. All’inizio del conflitto, la società è stata la prima a diffondere pubblicamente una dichiarazione contro l’invasione dell’Ucraina, rompendo con gli altri giganti in Russia ed esprimendo le sue “più profonde preoccupazioni per i tragici eventi in Ucraina” e “sincera empatia per tutte le vittime, che sono state colpite da questa tragedia”.
Alekperov lascia Lukoil dopo 30 anni
Alekperov, imprenditore russo nato in Azerbaigian, aveva fondato nel 1991 la prima società energetica statale verticalmente integrata, Langepas-Uray-Kogalymneft, che nell’aprile 1993 divenne Lukoil Oil Company, con Alekperov come presidente. Alekperov non è però azionista di controllo di Lukoil, precisa la nota: al 31 marzo 2022 possiede con diritto di voto il 3,11% delle azioni del gruppo petrolifero ed è anche beneficiario (anche attraverso trust famigliari o fondi comuni) del 5,3% delle azioni di Lukoil senza diritto di voto.
Dall’anno scorso l’oligarca russo, in media, ha visto ridursi sensibilmente il suo patrimonio di oltre dieci miliardi di dollari secondo Forbes, passando da quasi 23 miliardi di dollari a circa 10. Nonostante si fosse dichiarato contro la guerra, Alekperov è stato sanzionato dal Regno Unito il 13 aprile, quando ha introdotto 178 nuove misure contro Mosca e i cittadini russi vicini al Cremlino. Il nome di Alekperov non è, invece, nelle liste delle sanzioni dell’Unione europea e degli Usa.