Altro che influencer. L’italiano più copiato nel mondo della finanza è Alberto Poli da Ponte San Pietro nella bergamasca. A lui fanno riferimento 1 milione e 750 mila followers che, da ogni parte del mondo, chiedono consigli ed assistenza nella difficile arte dell’investire. Ma, soprattutto, Poli può vantare 3.077 “copiatori”, ovvero risparmiatori italiani e non, che replicano fedelmente le scelte del nostro “Popular Investor”, il titolo che distingue gli investitori di talento che accettano di farsi copiare, nella speranza di generare un reddito aggiuntivo.
Alberto Poli, il “Popular investor”
Non è da tutti, naturalmente, entrare in questa cerchia ristretta monitorata da un team che vigila sui comportamenti dei PI. “Non solo – spiega Poli – ad un certo punto io ho dovuto superare un test internazionale sulla gestione dei capitali piuttosto impegnativo”.
Ma la vera cartina di tornasole è un’altra. “Io opero con i soldi miei. Perciò mi assumo il rischio in prima persona. E questa è la prima garanzia nei confronti di chi mi segue: se l’investitore, come faccio io, rischia il suo capitale, i suoi soldi in prima persona, è logico pensare che userà nelle scelte che fa tutta la cautela del caso.
Alberto Poli, insomma, non vende nulla ma mette a disposizione le sue scelte di portafoglio oltre alle domande che gli vengono poste dai suoi followers in merito agli andamenti degli investimenti. Il potenziale reddito aggiuntivo del Popular Investor è a carico della società. E qualunque sia la cifra che s’intende investire non esiste obbligo di durata o altri impegni. L’unico onere è una fee di 200 dollari una tantum, con cui condividere i risultati di una strategia a medio termine che in questi anni ha offerto risultati più che discreti: +65% nel 2020, +15% nel 2021, in rosso (ma meglio degli indici nel 2022).
E quest’anno? “Dopo i primi mesi positivi, in cui ho centrato Microsoft, ora sono liquido in attesa che storni il mercato” Aggiunge con un cipiglio degno di Wall Street.
Chi è Alberto Poli
Quella di Alberto, 35 anni, moglie e una figlia di due anni, è una delle case history di successo maturate grazie ad eToro, la piattaforma di investimento, leader nel social investing, nata dalle intuizioni di un talento, Yoni Assia, destinato fin da subito a grandi cose.
Il nonno David, fondatore della Swiss Israel Trade Bank, ha avuto un ruolo rilevante nello sviluppo del nascente Stato di Israele. Il padre, David, è una figura di spicco dell’hi tech, pioniere tra l’altro di start up come Magic ed Aladdin.
“Tutte le sere – racconta Yoni, oggi 42 anni, sposato con 5 figli – mi spiegava i concetti dell’economia”. Non stupisce che, a 13 anni, in occasione del suo Bar Mitzvah, Yoni riceva in dono, invece del Monopoli, un pacchetto di azioni vere, la base per cominciare a fare trading.
Ma la passione per la finanza spiega solo una parte della storia. Appassionato di tecnologia, il ragazzo sviluppa i primi programmi per computer già durante l’adolescenza, fino ad arrivare a scegliere di studiare fisica ed elettronica. Durante il servizio di leva in cui il suo ruolo era quello di programmatore di computer nei corpi di intelligence dell’esercito.
Dalla prima startup a eToro
Ma il seme dell’imprenditore stava già germogliando. “Il desiderio di iniziare qualcosa di mio era comunque molto forte”. Dopo il congedo, quindi, fondò CDRide, la sua prima startup che aveva sviluppato un sistema che filmava le persone mentre erano sulle montagne russe per poi trasmettere le immagini.
Ma la vera folgorazione Yoni ce l’ha nel 2007 a 25 anni, quando con il fratello mette assieme la passione per la finanza e quella per la tecnologia. Nasce così e Toro, la piattaforma che, parole sue, “si fonda sulla trasparenza e la comunicazione, con l’obiettivo di far crescere le conoscenze e la ricchezza come parte di una comunità globale di successo”.
Alla base “c’era la visione di aprire i mercati in modo che tutti potessero fare trading ed investire in modo semplice”. E’ la strada maestra seguita in questi anni in cui l’innovazione tecnologica e le novità di prodotto sono andate avanti di pari passo. Oggi, in numeri, e Toro conta nel mondo 32 milioni di utenti registrati in oltre 100 Paesi (il 6% in Italia) e quasi 3 milioni di conti finanziati (l’8% in Italia), per un totale di 7,5 milioni di asset amministrati. Una macchina da guerra che copre in pratica l’intero ventaglio delle proposte finanziarie, da quelle tradizionali alle criptovalute (“Quando ho sentito parlare di Bitcoin nel 2010 ho subito sentito un forte legame con questo mondo”) ai gettoni Nft.
Ma anche una macchina robusta, in grado di assorbire le turbolenze del mondo Bitcoin grazie anche alla trasparenza del sistema. Senza trascurare le nuove iniziative che continuano ad allargare l’area tematica, dagli investimenti nell’Intelligenza artificiale al Female leadership che punta sulla crescita della presenza femminile ai vertici societari. Fino a Good Dollar, un’iniziativa non profit per generare un reddito universale di base attraverso una moneta digitale che ha coinvolto finora mezzo milione di persone.
E così via. In un serie di iniziative che hanno ottenuto spesso un gradimento particolare sul mercato italiano, uno dei più promettenti, terzo al mondo per l’utilizzo del copy trading, cioè della funzionalità che consente di vedere quel che fanno gli altri in tempo reale e di copiare automaticamente le loro scelte di portafoglio.
Alberto Poli ed eToro
“Io credo che le prospettive di crescita di questa formula per l’Italia siano molto alte” commenta Alberto Poli. Le ragioni?” La mancanza di una cultura degli investimenti, specie per quel che riguarda le azioni trattate per lo più tramite il canale bancario”.
Anche Alberto ha mosso i primi passi da investitore allo sportello, con alterna fortuna. Per poi decidersi, complice la pandemia, ad occuparsi con metodo dei mercati e ad accostarsi ad eToro (investimento iniziale 5 mila euro), passaggio decisivo perché l’ausilio di una piattaforma accessibile a tutti consente di frazionare gli acquisti dei titoli più costosi in modo da favorire l’accesso anche ai portafogli più modesti.
“E agli operatori che come me non possono permettersi di perdere soldi con investimenti arrischiati”. Il piccolo Warren Buffett della bergamasca non si è del resto montato la testa: tra una puntata a Wall Street e uno sguardo ai mercati asiatici al mattino il dottor Poli lavora come Buyer di una ditta ci ferramenta e mobili da giardino. “Il contatto con gli imprenditore e l’economia locale è di grande vantaggio per fare il Popular Investor”. E poi, si sa, meglio non mettere tutte le uova in un solo paniere”: Yoni Assia approva.