“Il cibo buono non deve essere solo per ricchi”. Questo nobile proposito fa ancora più effetto se a pronunciarlo è una persona che ricca lo è, ma che non per questo si è dimenticata degli ultimi: la rockstar Jon Bon Jovi, indimenticabile protagonista dagli anni ’80 ad oggi con hit di successo planetario come Livin on a prayer, Always e It’s my life (solo per citarne alcune), ha inaugurato tramite la sua Soul Foundation il suo terzo non-profit community restaurant, stavolta a Newark, nel New Jersey.
Un po’ sulla falsariga da quanto fatto ad esempio dallo chef stellato Gianfranco Vissani che a Roma ha aperto un locale di “cucina democratica”, anche qui l’obiettivo è sostenere chi è in gravi difficoltà economiche. Rispetto ad altre esperienze analoghe, compresa quella di Vissani, Bon Jovi va ancora oltre: nel locale, che si chiama Soul Kitchen, i pasti non sono solo venduti a prezzi accessibili, sono direttamente gratuiti. “Tutti sono benvenuti alla nostra tavola, ogni piatto è preparato con ingredienti locali”, si legge dietro al bancone, e infatti sul menù manca totalmente la colonna di destra, solitamente dedicata ai prezzi.
Chi se lo può permettere, alla fine del pasto paga 12 dollari (tutto compreso), gli altri se vogliono possono farsi coinvolgere loro stessi nel progetto e decidere di sdebitarsi dando una mano in cucina, in sala o nell’orto, oppure niente. Anche la scelta del luogo non è stata casuale: il Soul Kitchen si trova vicino alla Rutgers University di Newark, un ateneo dove il 60% degli studenti ha problemi economici. Per loro, e per tutti gli altri che non possono permetterselo, il terzo ristorante aperto da Bon Jovi è pronto a servire un piatto caldo, e per giunta di qualità.
L’imperativo infatti, espressamente preteso dal rocker, è di non servire cibo da fast food ma solo roba fresca e a chilometro zero, in quanto proveniente dai mercati della zona o dall’orto sul retro del locale. E così non mancano gli hamburger, ma nemmeno il pollo arrosto con patate, la zuppa di zucca, l’insalata di avocado o quella di spinacino con pistacchi e feta, o ancora il salmone arrosto o perché no i noodles di riso con verdure. Il menù viene aggiornato ogni dieci giorni.
Negli altri locali aperti dalla sua fondazione (che finanzia per intero l’iniziativa), Bon Jovi ha già “servito” pasti a quasi 106.000 persone ad oggi: quasi la metà delle quali hanno ricambiato la solidarietà mettendosi a disposizione, l’altra metà ha pagato i 12 dollari o versato una donazione con quello che aveva. Gli altri due Soul Kitchen si trovano a Red Bank e Toms River, una delle zone più colpite dal’uragano Sandy nel 2012.