Da settembre del 2021 a oggi il governo italiano ha stanziato 35 miliardi di euro in aiuti a famiglie e imprese per fronteggiare l’aumento dei prezzi energetici (obiettivo che ha assorbito il 60% delle risorse), l’inflazione generale e le conseguenze economiche della guerra fra Russia e Ucraina. Il problema è che “solo il 45% di questi 35 miliardi ha seguito un criterio di selettività: il 54% nel caso dei sostegni alle famiglie e il 33% per quanto riguarda le imprese”. A fare i conti è l’Osservatorio sui conti pubblici italiani, che in un recente articolo avanza alcuni rilievi critici sul modo in cui lo Stato ha distribuito gli aiuti all’economia.
Aiuti a famiglie e imprese, da Bruxelles: concentrare gli aiuti alle famiglie su chi ne ha più bisogno
“Anche se uno shock esterno, come la crisi energetica, colpisce tutti – sottolinea l’Osservatorio – alcuni soggetti, specie quelli economicamente svantaggiati, ne risentono maggiormente e interventi più mirati verso questi ultimi sarebbero preferibili”. Peraltro, all’inizio della crisi energetica, è stata la stessa Commissione europea a raccomandare che i fondi pubblici fossero concentrati soprattutto sulle fasce economiche in maggiore difficoltà.
I criteri per stabilire quali aiuti sono “mirati”
Per stabilire quanto “mirati” siano stati gli interventi del governo italiano, l’Osservatorio ha utilizzato due criteri:
- Nel caso delle misure di sostegno alle famiglie, è stato valutato in quanti casi gli aiuti sono stati distribuiti solo al di sotto di una determinata fascia di reddito (è il caso, ad esempio, del bonus luce e gas e del bonus 200 euro).
- Sul fronte delle imprese, invece, lo studio ha calcolato quanto spesso gli aiuti sono stati subordinati a un particolare andamento dei costi e/o dei profitti aziendali.
Aiuti alle famiglie 2022: solo il 54% è riservato ai più deboli
Risultato: “solo il 54% degli stanziamenti per le famiglie (10,8 miliardi su 20) è stato distribuito seguendo un criterio di selettività sopra definito” e “la maggior parte di questi (6,8 miliardi) è attribuibile al solo bonus 200 euro anti-inflazione”. Il restante 46% degli aiuti diretti alle famiglie, circa 9 miliardi circa, “non segue alcun criterio di selettività”. Questi soldi sono stati impiegati quasi interamente per cancellare gli oneri di sistema nelle bollette, ridurre l’Iva sul gas ed eliminare le accise sui carburanti.
“Le famiglie più abbienti sono più avvantaggiate”
“La letteratura economica in materia sostiene che il consumo di questi beni cresca all’aumentare del reddito delle famiglie, anche se in maniera meno che proporzionale – nota ancora l’Osservatorio Cpi – Questo significa che le famiglie più abbienti sono maggiormente avvantaggiate, in termini assoluti, da questi sussidi in quanto sostengono maggiori acquisti di beni energetici”.
Aiuti alle imprese 2022: solo il 33,4% segue criteri di selettività
Quanto alle imprese, appena il 33,4% degli aiuti a loro destinati (5 miliardi su 15) è stato elargito sulla base di criteri di costo e/o profitto. “Queste misure sono legate ai crediti d’imposta per le imprese a forte consumo energetico che hanno sostenuto particolari aumenti di costi legati all’approvvigionamento di beni energetici (e in piccola misura alle imprese danneggiate dalle sanzioni alla Russia) – conclude l’Osservatorio – I restanti 10 miliardi non sono vincolati dai criteri precedenti e riguardano la riduzione degli oneri di sistema e dell’Iva sul gas, l’eliminazione delle accise sui carburanti, i sostegni contro i rincari dei materiali da costruzione e i contributi per il settore dell’autotrasporto”.