Che cosa c’è dietro il ribaltone al vertice di Air France-Klm e che effetti avrà sui rapporti con Alitalia? Le origini del terremoto chiariscono anche l’orizzonte che sta davanti alla compagnia italiana.
Partiamo dall’inizio: al di là delle lotte di potere e dello scontro di personalità tra il capo storico di Air France, Jean-Cyril Spinetta e il suo ex delfino Gourgeon, il cambio della guardia ai vertici di Air France-Klm si è svolto nel segno della continuità strategica.
In cabina di comando tornano Spinetta e l’olandese Van Wijk che sono i padri storici della fusione Air France-Klm e che si muovono sulle stesse linee strategiche definite fin dall’inizio e proseguite in tutti questi mesi. Questo porta a dire con ragionevole certezza che non si avranno variazioni rispetto all’obiettivo di Air France-Klm di procedere nel tempo all’integrazione con Alitalia, di cui il gruppo franco-olandese è l’azionista di maggioranza relativa.
Semmai quel che cambia è la dimensione temporale e la scala delle priorità. Il terremoto al vertice di Air France-Klm non è avvenuto solo per uno scontro sulle nomine nei posti di comando ma perchè sono affiorati problemi gestionali non piccoli, che sono senz’altro sostenibili ma che richiederanno un’attenzione supplementare. Questo ha delle ovvie implicazioni sui rapporti con Alitalia e sui tempi e i calendari di una possibile integrazione che resta nel radar della compagnia franco-olandese ma che appare inevitabilmente destinata a slittare nel tempo.
In sostanza, la fusione tra Air France-Klm e Alitalia resta nel novero degli eventi possibili e probabili ma non è per oggi. Men che mai dopo il ribaltone parigino. C’è chi dice che con Berlusconi a Palazzo Chigi sarebbe difficile immaginare che Alitalia diventi francese. E questa è considerazione interessante ma che vale meno dei numeri e dei dati di fatto.
Al di là della defocalizazzione di Parigi ed Amsterdam su Roma per risolvere, prima di ogni altra cosa, le disfunzioni gestionali di Air France-Klm, ci sono sempre due elementi da tenere a mente in questa vicenda che riguarda anche il futuro di Alitalia.
In primo luogo il patto di lock up tra gli azionisti di Alitalia non è ancora scaduto ed è difficile che, nella presente situazione, qualcuno voglia anticiparlo. In secondo luogo la capitalizzazione di Borsa di Air France-Klm è oggi particolarmente depressa e questo renderebbe arduo determinare livelli di concambio accettabili per francesi e olandesi nell’ipotesi, assai probabile, che un’eventuale fusione con Alitalia avvenisse non per moneta sonante ma attraverso uno scambio di azioni. L’Integrazione tra Air France-Klm e Alitalia resta dunque in agenda ma, salvo imprevedibili sorprese, il ribaltone di Parigi ha l’effetto di rinviarla nel tempo. Come ha confermato in una lettera d’addio anche Guergeon.