La più soddisfatta di tutti è la Ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. Dall’inizio del suo mandato ha detto di voler puntare sulla filiera biologica in una prospettiva a medio termine. Poi lo ha ripetuto più volte.
Un po’ per recuperare il tempo perso rispetto alle crescenti abitudini alimentari delle famiglie, un po’ per dare più sostanza alla svolta verde del governo.
A guardare i dati del 2019, la Ministra ha sicuramente fatto centro. Gliene va dato atto, anche se non bisogna cullarsi,perché intorno all’agroalimentare si gioca una partita importante in Europa e fuori. Trump ha imposto dazi odiosi sulle importazioni, per questo la filiera italiana sostenibile ha visto con interesse la vittoria elettorale di Joe Biden.
Per quanto riguarda l’Europa, la nuova politica agricola partirà nel 2023. Ma a gennaio prossimo l’Italia potrebbe ricevere le prime anticipazioni. Il 4% in più raggiunto nella spesa agroalimentare biologica potrebbe ,tuttavia, rivelarsi un valore basso, da far crescere.
Dinanzi ai dati, Bellanova al B/Open Digital di Verona, ha annunciato un nuovo bando per la ricerca di 4 milioni e 200 mila euro ed un finanziamento di 1 milione e 600mila per 11 progetti transnazionali. Il programma “Core OrganicCofund” per lo sviluppo di sistemi alimentari più sostenibili- dalla produzione al consumo- farà la differenza, riconoscendo alle imprese virtuose italiane un altro primato.
Il quadro, insomma, appare rassicurante nonostante la lentezza con la quale il governo procede su tutto l’impianto del Green Deal. Il post Covid del 2021, in ogni caso, sarà il vero banco di prova. Partendo dalla crescita delle superfici agricole dedicate al bio e dalla cifra record di 3,3 miliardi di euro di fatturato, il governo sarà chiamato a scelte strategiche che dovranno combinarsi con i soldi del Recovery Fund e la Pac 2021-2027. In Italia ci sono oltre 80.000 aziende bio, ma ora siamo “al termine dell’orizzonte temporale fissato dal Piano Strategico Nazionale per il Biologico del 2016” ha detto la Ministra. Se davvero si vuole dare sostanza al Green Deal italiano e agganciare le strategie europee del Farm to Fork e della Biodiversità, non ci si potrà fermare ai buoni risultati di oggi. Né ci si potrà accontentare dei 5 milioni di euro del 2020 stanziati per abbassare il costo dei pasti biologici scolastici a carico delle famiglie. La scuola e i programmi di educazione alimentare sono decisivi per una diversa cultura nutrizionale, per superare diseguaglianze e ingiustizie. È tutta la politica green che deve dare centralità a produzioni, vendite e consumi sostenibili. In definitiva ci si vogliono più incisività e soldi.