Quattro settori strategici affrontati a suon di milioni di euro. Nel contrasto ai cambiamenti climatici e ai danni all’agricoltura le multinazionali della chimica non ci stanno a passare alla storia come i peggiori nemici del pianeta. Senza scrupoli. Il business deve sopravvivere ai disastri ambientali causati da un insieme di fattori e colpevoli comportamenti umani. Siamo sulla buona strada anche se abbiamo una lenta presa di coscienza.
La BASF, azienda tedesca presente in Italia con 13 siti produttivi, prova a ristabilire un corretto equilibrio tra colture fondamentali per l’alimentazione umana: soia, mais, cotone, grano, riso, frutta e orticole. Quattro settori, appunto, su cui si gioca una partita decisiva per prodotti sempre più bio e sostenibili. Definita come pipeline innovativa, la pianificazione della casa tedesca prevede quest’anno investimenti totali vicini al miliardo di euro. Il primo obiettivo è superare gli 879 milioni investiti nella sola divisione Agricultural Solutions nel 2019. Poi vedere gli esiti sul mercato globale.
Soldi ben impiegati dicono i manager BASF. Se tutto andrà come previsto, infatti, le vendite in agricoltura cresceranno di oltre 7,5 miliardi di euro. In che modo? Mediante tecnologie progressive con prodotti capaci di resistere ai cambiamenti climatici, dare rese maggiori, tutelare le colture da siccità e temperature elevate, limitando anche acqua e agrofarmaci. Il traguardo finale è a lungo termine: il 2029, anno entro il quale si svilupperanno più di 30 progetti. Tutti all’opera per conquistare agricoltori in ogni parte. Ci saranno novità nel segmento delle sementi e dei tratti genetici, nella difesa tradizionale e biologica delle colture, nei prodotti digitali. “Il nostro scopo è trovare soluzioni concrete che contribuiscano a rese superiori e produzioni agricole maggiormente resistenti agli stress ambientali, di ridurre le emissioni di CO2 delle attività agricole e di favorire la biodiversità”, ha spiegato Vincent Gros, Presidente della divisione Agricultural Solutions di BASF.
I laboratori sono concentrati su sementi e tratti genetici -come il grano ibrido – sui principi attivi degli erbicidi, sulla digitalizzazione. Il mercato è chiaramente il campo da gioco su cui si stanno sfidando i giganti dell’agroindustria, coscienti, ormai, quasi quanto i produttori agricoli di dover combattere la battaglia green per vincerla. Sempre più interessante capire i tempi e chi vince su cosa.