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Agricoltura, Europa verso il New Deal: più spazio al Bio

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L’Italia può crescere ancora nell’agricoltura biologica. Se l’Europa di Ursula von der Leyen intende davvero camminare lungo la strada tracciata verso il green deal, il sistema bio italiano sarà in prima linea. È recente la notizia che il numero di vini e spumanti biologici stappati nel 2018 è cresciuto in fatturato del 38,6%. Non solo. C’è stata anche la firma dell’accordo tra FederBio (Federazione di organizzazioni della filiera dell’agricoltura biologica) e Uiv-Unione Italiana Vini per la valorizzazione e tutela del settore vitivinicolo biologico italiano. Notizie che rimbalzano a livello europeo con l’Italia diventato il primo Paese per quota di vigneto biologico sulla superficie totale. 

Ma torniamo alle dichiarazioni sul green deal europeo. La strada per arrivare agli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti ed a una vera economia circolare si annuncia lunga. Il Parlamento europeo dovrà approvare le varie misure indicate dalla Presidente che toccano industria, agricoltura, servizi. La FederBio italiana valuta positivi i piani strategici esposti che in agricoltura dovranno combattere l’uso di pesticidi chimici, fertilizzanti e antibiotici nei sistemi dei vari Paesi. Il documento di Ursula von der Leyen vuole l’Europa primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Una road map da seguire, poiché farà crescere gli investimenti verdi e per quanto riguarda le campagne accentuerà la strategia “dal produttore al consumatore”.

La politica e i ministri agricoli avranno tempi e modi per discutere e trovare quelle sintesi che nel comparto agricolo sono sempre state difficili. Speriamo che si volti pagina. “Il Green Deal europeo è un vero e proprio cambio di paradigma e tra le proposte l’approccio agroecologico e la transizione verso l’agricoltura biologica per favorire biodiversità e contrasto al cambiamento climatico rappresentano punti fondamentali“, dice Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio. Poi i piani strategici nazionali della Politica Agricola Comunitaria (PAC) devono riflettere l’ambizione del green deal e devono prevedere anche in ambito nazionale la riduzione  dei pesticidi.

Una condizione che l’Italia non ha ancora raggiunto, nonostante gli impegni di Teresa Bellanova. Il Senato deve, infatti, dare via libera alla legge sulle coltivazioni bio, già approvata a grande maggioranza alla Camera. Uno stallo che  oscura anche quello che di buono di sta facendo sempre nel settore vitivinicolo. Secondo l’osservatorio Bio Nomisma, nei primi otto mesi del 2019 le vendite di vino bio hanno raggiunto 35,2 milioni di euro. Dati che possono crescere ancora, come dicevamo, in ambito continentale, ma che richiedono impegno prima di tutto a casa propria. Difficile essere credibili agli occhi degli altri se non si stabiliscono regole chiare nel proprio Paese. Con numeri e fatturati invidiabili. 

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