Agrisolare per il Sud, terzo bando. Le aziende si preparino perché dal 16 settembre al 14 ottobre possono presentare domanda sulla piattaforma del Gse. La più soddisfatta del nuovo bando è Confagricoltura impegnata a utilizzare i 2,35 miliardi di euro del Pnrr in sintonia con gli imprenditori agricoli. Tutte le risorse dovranno essere assegnate entro dicembre 2024, cosa che rende particolarmente interessante i progetti innovativi. I bandi stanno creando una buona quantità di lavoro per studi di progettazione e di ingegneria che ricorrono a tecnologie sempre più performanti. A oggi sono oltre 15mila le aziende agricole beneficiarie dei soli del Pnrr e il terzo bando ha a disposizione 250 milioni provenienti dagli 850 che il Repower Eu.
Bando agrisolare: cosa si può fare con il contributo ricevuto
Per le Regioni del Sud si tratta di affrontare con decisione l’abbattimento dei costi di energia, ma anche di dimostrare che la destinazione in favore del Sud del 40% del totale dei fondi del Pnrr è stata una buona scelta.
Cosa si può fare con i soldi del bando? È un contributo in conto capitale che copre fino all’80% della spesa ammissibile prevista dal progetto. Le spese ammesse riguardano l’installazione dei pannelli fotovoltaici, la rimozione e lo smaltimento dell’amianto eventualmente presente sui tetti, l’ isolamento termico delle coperture, l’acquisto di batterie di accumulo e di colonnine di ricarica per la mobilità elettrica.
Altra domanda: ce la faranno le imprese agricole meridionali a raggiungere entro il 2030 gli 80 Gigawatt di produzione elettrica con 50 provenienti dal fotovoltaico? Sono obiettivi strutturali che (per ora) non sono stati aggiornati e richiedono un approccio dinamico nella trasformazione di molte antiche imprese. Il cammino è iniziato, a fine 2023 risultano installati circa 30 Gigawatt e con l’aiuto delle procedure più snelle i target si possono raggiungere.
Obiettivi al 2030, ma senza impianti a terra
Rispetto a questi numeri, entro giugno 2026 è attesa una produzione di 1,3 GW di nuova potenza derivante proprio dagli interventi del Parco Agrisolare – spiega Confagricoltura – È evidente il ruolo fondamentale che la misura dell’Agrisolare svolge nella crescita degli investimenti in energia rinnovabile tra le aziende del settore primario. Gli imprenditori agricoli che puntano sull’autoconsumo guadagnano in competitività e allocazione dei prodotti sui mercati nazionali ed esteri.
Parlando di rinnovabili in agricoltura e di sfruttamento dei terreni, non possiamo non fare cenno all’altro grande tema delle nuove installazioni a terra. Le posizioni del governo restano distanti dalle richieste degli imprenditori delle rinnovabili, ci sono investimenti bloccati autorizzazioni in lista d’attesa. L’aiuto a far crescere la quantità di energia rinnovabile sfruttando i terreni è stata presentata a governo e Parlamento, ma le posizioni, soprattutto quella del ministro Francesco Lollobrigida, sono distanti. A meno che dopo la pausa estiva non si trovi un compromesso che consenta di investire nei 4 milioni di ettari di terreni incolti. Cadrebbe, allora, una pregiudiziale… e forse anche il ministro.