Continua a far discutere la scelta del Politecnico di Milano di ospitare, il prossimo 16-17 novembre (il 15 invece l’appuntamento è alla Triennale di Milano), un convegno sulla biodinamica. Una disciplina che non convince gli esponenti del mondo scientifico e contro la quale si è schierata anche la senatrice a vita Elena Cattaneo, docente alla Statale di Milano. La professoressa ha scritto una dura lettera al rettore del Politecnico Ferruccio Resta, ripresa da FIRSTonline. Ecco il testo integrale:
“Gentile Rettore,
da parte di molti colleghi mi sono arrivate segnalazioni in merito al “Convegno internazionale di agricoltura biodinamica” – di cui allego la locandina – organizzato all’interno del Politecnico di Milano per le giornate del 16 e 17 novembre e nel cui evento di apertura compare il suo nome. Da studiosa e docente, conosco e apprezzo l’autorevolezza scientifica del Politecnico, consolidata in Italia e nel resto del mondo, e ho molta stima per quanti, ogni giorno, vi studiano e compiono le loro ricerche applicando rigorosamente il metodo scientifico per accrescere il patrimonio di conoscenze dei cittadini italiani e dell’umanità tutta. Mi appare, dunque, sorprendente e allarmante che proprio in una sede scientifica così prestigiosa si scelga di ospitare, figurandovi come “in collaborazione”, un “convegno sulla biodinamica”, vale a dire una delle pratiche più antiscientifiche che esistano.
Ricordo, per brevità, che uno dei principali preparati usati in questo tipo di agricoltura è il preparato 500, anche noto come “cornoletame”, la cui efficacia Rudolf Steiner, fondatore della biodinamica, spiegava così: “La vacca ha le corna al fine di inviare dentro di sé le forze formative eterico-astrali, che, premendo verso l’interno, hanno lo scopo di penetrare direttamente nell’organo digestivo. Proprio attraverso la radiazione che proviene da corna e zoccoli, si sviluppa molto lavoro all’interno dell’organo digestivo stesso”. Non posso fare a meno di chiedermi le ragioni per cui un’istituzione scientifica seria e rigorosa come il Politecnico ha scelto di avallare col proprio nome e la propria sede, tra la costernazione di larga parte della comunità degli studiosi, una pratica che sconfina nell’esoterismo e nella stregoneria.
Tale decisione appare ancora più singolare dal momento che l’agricoltura italiana versa in drammatiche condizioni, avendo perso competitività, biodiversità e resa, anche per decisioni politiche contrarie all’innovazione che hanno alimentato narrazioni lontane dalla realtà della nostra agricoltura, con conseguenze per i consumatori e la bilancia commerciale agroalimentare, oltre che per lo sviluppo progettuale in ambito biotecnologico agrario. Il “confronto” tra scienza e antiscienza serve solo a legittimare la seconda a spese della prima. Ci sarebbe, invece, quanto mai bisogno di ripristinare una linea netta, ferma, indelebile, di demarcazione fra le due, evitando, ad esempio, di ospitare per due giorni i “massimi rappresentanti” delle lobby promotrici del cornoletame per spiegare (cito dal programma del convegno) “I fondamenti scientifici del biologico e del biodinamico” negli stessi luoghi dove eccellenti studenti e ricercatori scelgono di investire passione, fatica e rigore per portare avanti la conoscenza scientifica, combattendo ogni giorno per strappare centimetri all’ignoto, spesso contro mille difficoltà economiche, burocratiche e culturali.
L’Italia è il luogo dove, con Galileo, è nato il metodo scientifico, ma è anche, purtroppo, il Paese in cui un ospedale, che dovrebbe somministrare cure di provata efficacia, ha accettato di “somministrare” la poltiglia Stamina nonostante fosse evidente che di scientifico e di efficace non avesse proprio nulla; in cui il Senato della Repubblica stava per consentire (lo si è scongiurato) la proiezione al suo interno di un documentario che esponeva le teorie, scientificamente sconfessate e fattualmente false, di Andrew Wakefield, ospite d’onore dell’iniziativa, su vaccini e autismo. E, mi trovo costretta ad aggiungere oggi, potrebbe essere il Paese in cui una delle più accreditate istituzioni scientifiche, quale il Politecnico di Milano, sceglie di ospitare, fare da apertura e collaborare alla promozione di una pratica che rappresenta la negazione stessa della scienza, anziché fermamente confutarla, contribuendo di fatto alla sua legittimazione agli occhi dell’opinione pubblica.
L’intento della “Associazione per l’agricoltura biodinamica” promotrice del convegno è, di tutta evidenza, quello dare credito e autorevolezza ad idee e attività che ne difettano. Nel caso di specie si coltiva l’idea di chiedere con urgenza “investimenti in ricerca e formazione per l’agricoltura biologica e biodinamica” e “la valorizzazione dell’agrobiologia biodinamica”. L’ateneo, i suoi ricercatori lo sanno? Concordano? Queste modalità, come ho già osservato pubblicamente, non sono altro che la punta dell’iceberg di una galassia di persone e associazioni che utilizzando luoghi e loghi ufficiali – ad esempio di ospedali, università, etc. – compiono quotidianamente un’opera di “parassitismo istituzionale” a tutto “maleficio” di ignari cittadini. Il tutto affinché l’esoterismo professato possa assurgere a scienza. Ecco perché altrettanto rischiosa, in termini di credibilità, mi appare la partecipazione a tale “convegno” del sindaco Sala e del presidente della Triennale Boeri, che sto valutando di contattare per informarli sulla questione.
D’altra parte, se il Politecnico “collabora”, e quindi si presta di fatto a dare legittimazione scientifica e istituzionale, a un evento sulla biodinamica, allora tanto l’uomo politico quanto il cittadino potrà ritenere erroneamente che la biodinamica abbia un qualche fondamento scientifico, anziché (come in effetti è) basarsi sull’astrologia e sull’esoterismo. Le istituzioni tecnico-scientifiche sono i “globuli bianchi” del Paese. In un sistema immunodepresso, dove chi ha il dovere di vigilare viene meno alla sua funzione, trovano facile spazio ciarlatani e narrazioni che condizionano le libere scelte e allontanano cittadini e politici dalla realtà. Un meccanismo, questo, che può facilmente prestarsi a molte forme di condizionamento su tanti aspetti del nostro comune vivere. Alle istituzioni del Paese spetta la difesa della realtà e degli spazi pubblici nei quali viene promossa e tutelata. Nella speranza che queste mie parole possano contribuire a una riflessione sull’opportunità di prevenire il pericolo di simili deragliamenti, le invio i miei saluti”.
Elena Cattaneo
Docente alla Statale di Milano e Senatrice a vita
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