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Agricole, l’utile raddoppia. Fusione con Creval entro l’anno

Imagoeconomica

La fusione con Creval arriverà entro l’anno. Lo ha annunciato Crédit Agricole nell’ambito della nota con la quale ha diffuso i conti del primo trimestre, chiuso con utili quasi raddoppiati e ricavi in forte rialzo.

“Sulla base dell’esperienza maturata tramite integrazioni di successo di altre banche, Credit Agricole Italia è fiduciosa di integrare nei prossimi mesi Credito Valtellinese senza difficoltà”, si legge nella nota. L’Opa, d’altronde, si è conclusa con percentuali bulgare, consentendo ai francesi di controllare il 91,167% del capitale di Creval. Grazie a questa fusione l’Agricole “consoliderà la posizione competitiva del gruppo in Italia generando valore per tutti gli stakeholder, le comunità locali e i territori tramite un modello di banca universale completo, al servizio di circa 3 milioni di clienti”, conclude la nota. Ricordiamo che è in programma per il 18 giugno, l’assemblea di Creval che nominerà il nuovo cda targato Crédit Agricole.

Passando ai conti, il primo trimestre del 2021 si è chiuso con un utile pari a 1,75 miliardi, quasi raddoppiato (+93,2% per l’esattezza) rispetto a 908 milioni dello stesso trimestre del 2020. In rialzo dell’8,2% i ricavi, che si sono attestati a 9,05 miliardi.

Cala invece il costo del rischio bancario, arrivato a 537 milioni (da 930 milioni). Sul fronte patrimoniale, il Phased-in CET1 è al 17,3%. Il gruppo francese ha registrato un risultato netto aggregato di 230 milioni (+58%) in Italia nel primo trimestre 2021, di cui 173 milioni di pertinenza del gruppo Credit Agricole (+58%). La crescita del totale dei finanziamenti all’economia è salita a 78,2 miliardi (+1,6%), la raccolta totale a 276,5 miliardi (+14,1%).

La capogruppo quotata, Casa, ha registrato un utile di 1,05 miliardi (+63,9%) e ricavi per 5,4 miliardi. 
Per Crédit Agricole Italia l’utile netto è pari a 83 milioni, in rialzo del 71% ai primi tre mesi del 2020. Sul fronte patrimoniale, il CET1 Ratio è al 13,7%, mentre il Total Capital Ratio è al 19,4%. I ricavi sono saliti del 9,4%, “sostenuti dall’apporto positivo della componente commissionale (+12%)”, si legge nella nota. L’attività commerciale è tornata ai livelli pre crisi, con nuovi prestiti per acquisto abitazione in crescita del 27% e il collocamento di prodotti legati al risparmio gestito in rialzo del 55%. L’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale impieghi risulta in ulteriore riduzione e si attesta al 2,8%.

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