Dagli accordi di Parigi ad oggi i temi della decarbonizzazione e della riduzione delle emissioni sono sempre più discussi e dibattuti. Ora che il sistema elettrico europeo ed italiano si apprestano ad entrare nella fase di transizione energetica, il ruolo delle centrali termoelettriche sta via via assumendo crescente importanza
Il processo di transizione è attualmente caratterizzato da una elevata incertezza su quelli che saranno i futuri scenari nel medio-lungo termine, e proprio per questo motivo le centrali termoelettriche garantiranno stabilità e sicurezza all’intero sistema elettrico almeno per i prossimi 30 anni.
Questo è lo spunto principale emerso dal seminario “Centrali elettriche fossili: come massimizzare il valore nella transizione energetica” tenutosi a Milano lo scorso 29 settembre, al quale hanno partecipato i vertici di numerose aziende del settore. Ad introdurre i lavori è stato Andrea Gilardoni, presidente e fondatore di Agici.
Il sistema elettrico è caratterizzato, negli ultimi anni, da instabilità: le sfide del cambiamento climatico evidenziano la scarsità della risorsa idrica, estati particolarmente calde stanno aumentando i picchi di domanda. L’importante sarà non correre e prendere decisioni affrettate, capendo sì l’importanza ed il ruolo centrale delle rinnovabili, senza però abbandonare in modo eccessivamente repentino il termoelettrico.
Da qui anche la necessità di non dilapidare il valore degli investimenti fatti in impianti alimentati a fonti fossili, soprattutto in alcuni casi, come quello italiano, nei quali il parco centrali a gas è tra i più moderni ed efficienti d’Europa.
Le fonti fossili garantiranno una transizione sicura ed affidabile in termini di costo, approvvigionamenti e stabilità del sistema nel suo complesso. Il termoelettrico – e in particolare il gas per l’elevata flessibilità – hanno le caratteristiche perfette per poter fungere da supporto alla transizione energetica.
“Per noi le rinnovabili sono state e dovranno essere prioritarie, ma ancor più prioritario è un sicuro e stabile sviluppo del sistema elettrico del Paese che, piaccia o meno, sarà basato anche sulle fonti fossili almeno per i prossimi 30 e forse 50 anni” ha commentato il prof. Andrea Gilardoni.
Lo sviluppo delle tecnologie digitali e un’adeguata comunicazione saranno i due punti fondamentali per le sorti della generazione convenzionale.
Per quanto riguarda il digitale, le applicazioni che mostrano i margini di crescita più ampi sono Internet of Things, big data e virtual reality, che permetteranno di migliorare l’efficienza degli impianti e la marginalità. Sarà fondamentale, inoltre, evidenziare non solamente gli aspetti negativi del termoelettrico, ma anche la centralità attuale e soprattutto futura che questo ha per la società.