Assonime collaborerà con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per favorire lo sviluppo e il consolidamento delle competenze doganali nelle imprese italiane.
È quanto emerso ieri nel corso di un incontro tra il neo direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Giovanni Kessler, ed il condirettore generale di Assonime, Ivan Vacca.
L’incontro è stato l’occasione per rinnovare e consolidare ulteriormente la collaborazione istituzionale tra Assonime – che riunisce più di 400 società italiane di eccellenza, provenienti da tutti i settori produttivi – e l’Amministrazione doganale italiana, sempre più proiettata nel ruolo di catalizzatore della competitività del nostro Paese e delle imprese nell’ambito del commercio internazionale.
La partnership si propone di diffondere nelle imprese la consapevolezza dell’importanza strategica che il “fattore doganale” riveste nelle scelte aziendali: infatti l’instaurazione di un corretto, consapevole e leale rapporto con la dogana comporta un effettivo risparmio dei tempi e dei costi complessivi relativi agli scambi internazionali, agevola una gestione più efficiente dei processi produttivi e commerciali, ed induce una riduzione dei rischi di commettere errori e irregolarità suscettibili di sanzioni.
Proprio sul tema della compliance – e, in particolare, sull’esame della figura dell’operatore economico autorizzato (AEO), che nel nuovo codice doganale dell’Unione costituisce una via privilegiata di accesso a rilevanti semplificazioni e benefici – si sono incentrate le attività e le iniziative svolte quest’anno dall’Assonime in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Nel 2018 l’Assonime promuoverà un ciclo di seminari rivolti ai manager d’impresa, cui prenderanno parte come relatori i dirigenti delle competenti aree centrali dell’Agenzia delle Dogane, che saranno finalizzati all’approfondimento di istituti doganali fondamentali per la governance d’impresa – la classificazione, l’origine e il valore delle merci – che interessano tutti i settori aziendali coinvolti nelle dinamiche contrattuali con i mercati esteri (management, fiscale, finance, compliance, logistica, commerciale, supply chain, contabilità e amministrazione, etc.).
Nel 2016 l’Italia – segnalano le statistiche commerciali del Ministero per lo Sviluppo Economico – ha esportato beni e servizi per 417 miliardi ed ha importato merci per 368 miliardi di euro. Ma, a dispetto della sua significativa quota nell’interscambio mondiale (2,9% per l’export, 2,5% per l’import), la cultura doganale non permea ancora interamente il tessuto imprenditoriale della penisola. Spesso a questi temi non è attribuita una specifica funzione all’interno della struttura aziendale e non di rado, per una mancanza di formazione specifica del management, le società del made in Italy non utilizzano istituti e procedure presenti nelle nuove normative europee e internazionali che possono garantire un’efficiente e competitiva gestione delle proprie.