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Agcom taglia le tariffe, Telecom non ci sta: ricorso

L’Agcom taglia le tariffe di unbundling (letteralmente: spacchettamento) dovute a Telecom Italia per l’accesso all’ultimo tratto del doppino della rete fissa. La compagnia di tlc, però, non ci sta e annuncia ricorso al Tar, anche perché la decisione dell’Autorità di regolamentazione del settore telecomunicazioni è retroattiva e copre il triennio dal 2010 al 2012.

Sulla mossa dell’Agcom è intervenuto anche l’ad Marco Patuano: “Certamente faremo ricorso”, ha detto il numero uno di Telecom, esprimendo una certa “amarezza” per il fatto che le regole sulle tariffe arrivano sempre con un certo ritardo. “Le regole per il 2014 saranno fissate nel 2015 e, addirittura, potrebbero essere riviste le regole del 2009”, ha aggiunto Patuano.

Il taglio delle tariffe implica che Telecom sarà costretta a restituire diverse decine di milioni di euro incassati in quegli anni dagli “operatori alternativi” come compenso per l’accesso alla rete fissa. Un duro colpo per la compagnia guidata da Patuano, che si trovò già nel 2013 a dover accusare il contraccolpo del taglio delle tariffe mobili (stimato in 475 milioni a livello di ricavi).

La decisione dell’Agcom di tagliare le tariffe di unbundling scaturisce dalle sentenze del Consiglio di Stato, che ha deciso di accogliere le istanze degli operatori concorrenti Eutelia, Wind e Fastweb, volte ad ottenere una revisione del metodo di calcolo. L’autorità ha abbattuto le tariffe 2012 di ben 23 centesimi portandole a 9,05 euro al mese dai 9,28 euro attuali. Riviste anche quelle del 2011 a 8,9 euro e del 2010 a 8,67 euro.

Le azioni Telecom Italia sono a metà pomeriggio fra le peggiori a Piazza Affari, dove cedono il 2,5% a 0,874 euro.

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