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Africa Corps: nata dalle ceneri della Wagner, la nuova unità militare russa va ko in Mali per l’attacco dei Tuareg

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Tra i tanti che profetizzavano la dissoluzione del gruppo Wagner dopo la morte più che sospetta, nell’agosto 2023, di Prigozin e Utkin, fondatori del gruppo militare privato russo, si è creato un certo disappunto. Dalle ceneri di Wagner è nata l’Africa Corps, unità militare semiufficiale del Ministero della Difesa russo, sotto il controllo del viceministro della difesa Yunus-bek Yevkurov e come portavoce Viktor Lukovenko. È lui che oggi siede nella cabina di comando di African Initiative, la struttura che, all’interno di Africa Corps ha il compito di soffiare costantemente sulla diffusione di propaganda e news anti-occidentali e favorevoli alla Russia, nella sua strategia di penetrazione del continente africano. Questa iniziativa offre anche l’opportunità di intensificare la propria presenza militare e ristrutturare le operazioni mercenarie in Africa.

L’eredità di Wagner: nuove forze e vecchie tradizioni nel Sahel

Il nome continua questa strana tradizione filo-tedesca, ma con una espansione e un appoggio deciso di asset militari pesanti e armamenti che spesso prima non venivano forniti, come artiglieria, lanciarazzi, elicotteristica ed aviazione di attacco al suolo.

Ai membri della Wagner è stato proposto di entrare in questa nuova unità militare, mantenendo i gradi e i simboli precedenti, ma sotto l’inquadramento di nuovi ufficiali superiori provenienti direttamente dal Gru, il servizio d’intelligence militare russo.

Nonostante il grave impegno russo nella guerra in Ucraina, questa nuova unità militare ha visto un’estensione dei teatri operativi e dell’impiego di risorse, sia materiali sia umane. Si sono estesi praticamente a tutto il Sahel, dalla Guinea Conakry, al Mali, Niger Burkina Faso, dove sono stati inviati 300 uomini del gruppo Redut (gruppo militare privato controllato direttamente dal Gru) per protegger il presidente golpista Ibrahim Traorè. Inoltre, al Sudan dove sono stati forniti 7 nuovi aerei al governo militare sudanese di Port Sudan. Ciò ha ribaltato la narrativa occidentale, secondo cui il gruppo Wagner sosteneva le forze irregolari delle Rsf. Oltre a ciò, ci sono voci che indicano l’invio di consiglieri militari presso il governo Yemenita di Sana’a, dominato dagli Houthi, che sono appoggiati anche dall’esercito regolare Yemenita, il quale ha avuto in passato, consiglieri militari sovietici. Recentemente, si sono aggiunte anche missioni addestrative in Togo, contatti ad alto livello tra Putin e il neopresidente del Ciad Mahamad Dèby Itno, e la firma di accordi militari per l’addestramento di truppe con Senegal e São Tomé e Príncipe.

La débâcle a Mali: i Tuareg colpiscono l’Africa Corps con droni e strategia

Un grave smacco però è stato subito con un pesante attacco militare in Mali, dove il 26 luglio scorso, una colonna Africa Corps, insieme alle forze maliane per un totale di 100 militari, è stata attaccata da oltre 1.000 separatisti Tuareg appoggiati da militanti islamici di Al Qaeda, con il supporto di consiglieri ucraini che utilizzavano dei droni. Il 29 luglio, il Kyiv Post ha pubblicato in esclusiva una foto che ritrae i miliziani tuareg esibire sia la bandiera dell’Azawad (così come i Tuareg chiamano la loro agognata repubblica) sia quella ucraina. Negli scontri, durati 3 giorni nel nord del Mali, precisamente a Tinzaouatene, località al confine algerino a circa 230 km nord-est di Kidal, roccaforte dei miliziani tuareg dal 2014, riconquistata dalle forze armate maliane insieme ai mercenari russi nel novembre 2023. Il gruppo russo maliano è stato completamente annientato con la morte di alcuni noti comandanti Wagner,che erano anche blogger militari attivi su Telegram. I separatisti Tuareg hanno annunciato di aver catturato decine di prigionieri russi, che sembrerebbero poi stati scambiati con prigionieri ribelli.

Le débâcle in Mali sono continuate in questi giorni: il 20 settembre, 70 persone sono state uccise in un attacco da parte del Jama’at Nusrat al-Islam wa al-Muslimeen (Jnim), gruppo legato ad al-Qaeda, nella capitale del Mali, Bamako. Un numeroso gruppo di islamisti, stimati in oltre 250 militanti, ha effettuato l’attacco a un’accademia di addestramento di polizia d’élite e al vicino aeroporto, provocando shock e rabbia nel paese dell’Africa occidentale.

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