Voli in ritardo, voli cancellati, bagagli smarriti, code infinite ai check in e tanto, tanto caos. L’estate di chi viaggia in aereo è iniziata fra mille difficoltà a causa dei problemi organizzativi che da alcuni giorni stanno flagellando gli aeroporti di mezzo mondo, a cominciare da quelli europei. E non c’è da illudersi che la situazione possa sbloccarsi a breve. Anzi, secondo Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa, “le cose non andranno meglio nelle prossime settimane: il peggio deve ancora arrivare”.
I numeri del caos negli aeroporti europei
Stando a quanto riporta Il Corriere della Sera, a giugno sono stati cancellati in Europa circa 11 mila voli, il triplo dello stesso mese del 2019. E se allarghiamo il conto al trimestre aprile-giugno si arriva a quota 70 mila. Solo per i problemi del mese scorso, le compagnie europee rischiano di dover versare oltre 450 milioni di euro in risarcimenti a circa un milione e mezzo di passeggeri.
Boom di passeggeri e carenza di personale
Ma come si è arrivati a questa situazione? Il problema principale è che, nonostante la guerra e la ripresa dei contagi da Covid, il volume dei passeggeri è tornato ai livelli pre-pandemia, ma gli aeroporti e le compagnie aeree non si sono fatti trovare pronti. Al contrario, si registra ovunque una grave carenza di personale in vari settori: non solo assistenti di volo e personale di terra, ma anche società di gestione dei bagagli, catering e sicurezza privata.
Gli scioperi dei dipendenti delle compagnie aeree
A tutto questo si sono aggiunti anche gli scioperi (in Spagna, Francia, Italia, Belgio, Portogallo) che riguardano soprattutto le compagnie aeree low cost e che proseguiranno almeno per tutto questo mese, mettendo fuori gioco anche una buona fetta del (poco) personale attualmente in servizio.
In Italia disagi inferiori grazie alle misure di sostegno
In realtà, la situazione non è grave allo stesso modo in tutti i Paesi. I disagi sono inferiori dove i governi sono intervenuti con misure di tutela sociale per limitare i licenziamenti durante la pandemia, com’è avvenuto in Italia. “La cassa integrazione e gli 800 milioni di euro di aiuti hanno consentito di mantenere il personale aeroportuale” nel nostro Paese, spiega al Corriere Pierluigi Di Palma, presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac).
Gli aeroporti con maggiori difficoltà in Europa
Tuttavia, il trasporto aereo è una rete interconnessa a livello globale, per cui il disagio che si crea in altri Paesi non può che ripercuotersi anche sugli scali italiani. Al momento, la maggior parte del caos europeo si irradia dal Regno Unito, dove alcuni aeroporti hanno licenziato oltre la metà della forza lavoro durante la fase più difficile della pandemia. Il caos regna soprattutto negli scali di Londra (Heathrow e Gatwick). Quanto al resto d’Europa, le situazioni più difficili si registrano ad Amsterdam, Francoforte, Parigi-Charles de Gaulle, Amburgo e Bruxelles.
Enac bacchetta le compagnie: “Evitare altri disservizi”
“I vettori – si legge in una nota dell’Enac – sono stati invitati a porre particolare attenzione al pieno rispetto degli obblighi previsti dal Regolamento Comunitario n. 261/2004 nel caso di cancellazioni e ritardi, assicurando, in primo luogo, una trasparente e tempestiva informazione ai passeggeri e una pronta ed efficace assistenza in caso di disservizi, soprattutto nei confronti dei passeggeri con disabilità e a ridotta mobilità”.