Secondo gli esperti dei servizi americani, il Boeing 777 della Malaysia Airlines, partito ieri da Amsterdam per Kuala Lumpur, è stato effettivamente abbattuto da un missile terra-aria: chi lo abbia sparato, però, non è ancora chiaro. Intanto le vittime accertate sono salite a 298 (tra cui un italo-olandese) e si stanno scatenando reazioni e accuse.
Continua infatti il rimpallarsi di accuse fra Russia e Ucraina, dopo che ieri il Ministro degli Esteri di Kiev aveva dichiarato su Facebook che il missile era stato lanciato dalla Russia o comunque dai ribelli filorussi in territorio ucraino. Accusa respinta al mittente da Mosca, che però ammette il nesso con la guerra civile divampata proprio in quell’area, attraverso le parole dello stesso Putin: “Un crimine che non si sarebbe verificato, se ci fosse la pace”.
Il presidente russo accusa dunque l’Ucraina (“Certamente Kiev è responsabile di questa terribile tragedia”) e ha ordinato al suo governo di fare tutto il possibile per offrire un’immagine oggettiva del disastro e “per un’indagine approfondita degli eventi”.
Ma i servizi segreti di Kiev (Sbu) avrebbero intercettato alcune conversazioni telefoniche, immediatamente successive allo schianto dell’aereo della Malaysia Airlines, che dimostrerebbero che il volo MH17 è stato abbattuto dai separatisti filo-russi. “Non avrebbero dovuto volare qua sopra! C’è una guerra qua” avrebbero detto i ribelli a membri dell’intelligence russa. La chiamata sarebbe stata fatta pochi minuti dopo lo schianto da Chomukhine, un villaggio che si trova 50 miglia a nord-ovest di Donetsk. Lo scrive il quotidiano britannico Mail citando il Kiev Post, cui i servizi segreti ucraini avrebbero filtrato la notizia.
Intanto l’Ucraina da parte sua ha immediatamente imposto una “no-fly zone” sull’area (Eurocontrol, il gestore dello spazio aereo europeo, ha intanto annunciato che respingerà “tutti i piani di volo che prevedono rotte” che sorvolano l’est dell’Ucraina) dove sono in corso operazioni militari e nella tragica vicenda sono intervenuti anche gli Stati Uniti, invitando i due Paesi coinvolti al cessate il fuoco “per permettere agli inquirenti internazionali un accesso sicuro e senza ostacoli al luogo dove si è schiantato l’aereo e per facilitare il recupero dei corpi”. Gli stessi separatisti filorussi si sono già dichiarati pronti concedere una tregua bilaterale per due-quattro giorni, per indagare sull’Boeing malese abbatutto ieri.