Ripensando a tutto quello che è successo a livello economico e politico, è facile vedere il bicchiere mezzo pieno:
la zona euro è uscita dalla recessione più lunga della sua storia, nonostante la crisi cipriota e i problemi di liquidità della Slovenia;
nonostante l’instabilità politica (tre Governi in tre anni) e pesanti misure di austerità, per la prima volta dopo otto trimestri il PIL italiano non è negativo e tutto fa sperare che possa tornare a crescere (incrociamo le dita);
con l’economia USA in ripresa, scongiurato il fiscal cliff, la Fed ha deciso di ridurre il Quantitative Easing (attraverso il tapering) e questo è, tutto sommato, un buon segno;
l’economia cinese ha decelerato, ma fino ad ora senza compromettere la crescita globale.
Tuttavia non siamo ingenui: i fattori di rischio latenti sono ancora molti. Siamo perfettamente consapevoli che la disoccupazione dilaga nei Paesi Sviluppati, diverse economie restano fragili (paesi Emergenti e zona euro) e gli effetti di politica monetaria e fiscale in corso negli USA e in Giappone devono essere ancora valutati con attenzione. Resta il fatto che, nonostante tutto, il rischio finanziario è sensibilmente migliorato e lo spread tra Bund e BTP è ai minimi da due anni.
Non stupisce quindi che sia stato un anno di performance eccellenti per numerose asset class.
È stato premiato il rischio. In testa alla classica della migliore asset class c’è il mercato azionario (in particolare Giappone e USA). La grande eccezione sono i paesi emergenti (-3,5%). Ma non di sole azioni si tratta. Infatti, le obbligazioni corporate ad alto rendimento (high yield) e quelle governative dei Paesi periferici della zona euro (Grecia, Italia, Spagna, Irlanda e Portogallo, cioè i Paesei con il maggior rischio di credito) si sono piazzate subito dietro ai migliori mercati azionari.
“No risk, no reward”. Non smetteremo mai di ripeterlo: il rischio è condizione necessaria (ma non sufficiente) per una buona performance. Infatti, tra le asset class con più alto Max DrawDown ci sono le azioni e i titoli di Stato greci.
Anno piuttosto magro per i “Safe Heaven”. Le obbligazioni governative dei paesi considerati più sicuri hanno avuto un rendimento quasi nullo (Giappone, Francia), oppure negativo (Germania, Svezia).
Hanno perso le commodity e i metalli preziosi. Sono anni che noi di Advise Only diciamo che l’oro è caro, e infatti da tempo non lo abbiamo più nei nostri portafogli, seppur con qualche piccola eccezione. I metalli preziosi hanno verosimilmente patito il miglioramento sul piano del rischio sistemico, mentre la maggior parte delle altre commodity hanno sofferto il calo della domanda dovuta al rallentamento dell’economia globale degli ultimi anni.
E voi, un anno fa avreste mai immaginato questi numeri?
Purtroppo il tempo delle recriminazioni è finito, bisogna già pensare all’anno prossimo. Vi mancano le idee? Non sapete qual è il vostro profilo di rischio ed orizzonte temporale?