L’opinione di AdviseOnly
Nelle prime ore del 13 luglio 2015, il Governo Tsipras ha ottenuto un’importante vittoria in Parlamento, facendo approvare una serie di misure strutturali essenziali per accedere al piano di finanziamento da €82 miliardi messo a punto dalla Commissione europea.
Per quanto la Grecia sembri essere destinata a rimanere nella zona euro (almeno per il momento), la partita non è ancora finita: ci sono ancora molti nodi da sciogliere.
- Il Governo deve formare un nuova maggioranza. Al voto di ieri, la parte più a sinistra del partito di Syriza ha votato contro il pacchetto di misure, spaccando il partito ed uscendo molto probabilmente dalla maggioranza di Governo. Si fa sempre più alta la probabilità di una nuova coalizione di unità nazionale.
- Il sistema bancario ha bisogno della liquidità della BCE. I controlli sui capitali non possono durare all’infinito ma per riaprire gradualmente gli sportelli, le banche greche hanno di accedere alla liquidità della BCE (ELA).
- Il Paese ha bisogno urgente di un finanziamento ponte da €8,0 miliardi. Il 20 luglio 2015 la Grecia deve rimborsare alla BCE circa €3,5 miliardi, oltre ad essere in ritardo con il Fondo Monetario Internazionale per €1,5 miliardi. Come se non bastasse, a fine mese, ci sono da pagare pensioni e stipendi pubblici per €3,3 miliardi.
- La negoziazione del nuovo piano di aiuti e l’approvazione dei governi europei. Per quanto ci sia un accordo di massima sulle riforme da attuare e sui bisogni finanziari, si deve ancora discutere sulle condizioni e modalità di rimborso del finanziamento. Inoltre, ci sono diversi governi che devono richiedere l’approvazione direttamente dal proprio parlamento europeo.
Inoltre, come abbiamo detto durante l’ultima video chat dedicata ai portafogli Premium, tra i fattori di rischio da considerare non c’è solo la Grecia. Anzi. Accedi per saperne di più.
Come investire? Scenario base
Nonostante tutto, il quadro macroeconomico si conferma favorevole: la zona euro gode di un buonmomentum e in Cina le misure di stimolo del governo e e della banca centrale sembrano aver prodotto dei risultati, nonostante l’incertezza del crollo del mercato azionario. Dall’altro lato dell’oceano, l’economia USA sembra sufficientemente forte che persino il presidente della Fed, Janet Yellen, ritiene appropriato alzare i tassi d’interesse entro l’anno.
Le politiche monetarie in larga parte accomodanti, unite alle decenti (ma non allettanti) valutazioni fondamentali, sono nel complesso un sostegno per i risky asset. A queste condizioni, il mercato obbligazionario sembra destinato ad avviarsi verso una fase fisiologica di risalita dei rendimenti e di riallineamento a valori di medio-lungo periodo. Tutto ciò riduce le opportunità di investimento e invita a una maggiore prudenza nelle scelte di portafoglio. Accedi per saperne di più
Sintesi dell’asset allocation
In linea con lo scenari di rischio e rendimento, la nostra asset allocation rimane prevalentemente conservativa. Continuiamo a detenere azioni, ma in misura ridotta rispetto ad inizio anno. Il profilo degli investimenti obbligazionari è prudente con attivi di natura squisitamente difensiva. Il livello di diversificazione dei rischi resta ovviamente elevato.