Il 30 gennaio del 2013, il FOMC (Federal Open Market Committee) ha dichiarato che la Fed (la Banca Centrale americana) avrebbe adottato una politica “accomodante” fino al raggiungimento di un tasso di disoccupazione del 6,5%. D’altronde la crescita reale americana appare ancora lenta ed una stretta monetaria sembra inverosimile. Ma è corretto adottare ancora una simile politica monetaria (negli ultimi mesi la Fed ha mantenuto un tasso a breve prossimo a zero, speso 85 miliardi di dollari al mese nell’acquisto di T-bill ed Alternative Mortgage Assets, ecc…)?
Il mercato finanziario americano ha ormai raggiunto i suoi livelli pre-crisi, il tasso di disoccupazione continua a diminuire (mentre la forza lavoro sta aumentando), le banche non registrano problemi di liquidità, il Consumer Price Index ha raggiunto nuovi massimi.
Dov’è la crisi? Se la Fed dovesse persistere in una politica così “accomodante”, non potrebbe finire con il creare una crisi inflazionistica?
Il 21 febbraio le Borse hanno registrato perdite consistenti in seguito alla dichiarazione di alcuni membri della US Central Bank secondo la quale le misure finora adottate potrebbero finire col causare squilibri economici e finanziari.
Lo stock volatility index (VIX) non è mai stato così basso durante gli ultimi 6 anni (clicca sull’immagine per ingrandire). Questo potrebbe essere considerato un segnale di indecisione, sta di fatto che negli ultimi decenni una situazione di tal fatta ha preceduto un periodo di espansione nel mercato (vedi figura 2). Direi, quindi, che il mercato americano sta ormai entrando in un periodo di stabilità e la loro crisi sia ormai alle spalle.
Certamente non dovremmo aspettarci una crescita dei prezzi costante, tuttavia ritengo che la bassa volatilità possa essere considerata come un segnale positivo.
È anche vero che, fino ad ora, il governo di Obama non sembra aver trovato il modo di gestire correttamente il “fiscal cliff”. Tuttavia ritengo che i Democratici si stiano muovendo nella giusta direzione e sapranno trovare un giusto accordo con i Repubblicani per risolvere il problema.
Riassumendo, ritengo che valga ancora la pena investire in un’ottica di medio periodo nelle azioni americane. Gli investitori sono spaventati quando la volatilità sale e sono anche spaventati quando la volatilità scende. Non sarebbe meglio abbracciare la volatilità come una compagna di viaggio?