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ADVISE ONLY – Argentina a rischio default per colpa dei “fondi avvoltoio”: con quali conseguenze?

tango bond rischiano di portare l’Argentina al… casqué.

Il 17 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti si è espressa sul contenzioso tra il Governo argentino e gli hedge fund circa il pagamento del debito sovrano del Paese. In particolare, la Corte Suprema in applicazione della clausola contrattuale pari passu, ha imposto al Paese sudamericano la parità di trattamento degli importi dovuti tra hedge fund e creditori che avevano accettato la ristrutturazione del debito dopo il default del 2001.

Cosa è successo in quattro punti

  1.  Dopo il precedente default dell’Argentina, alcuni creditori, tra cui i risparmiatori detentori di bond argentini, hanno rinegoziato il loro credito, accettando un pagamento inferiore. Altri no, pretendendo l’intero dovuto.

  2.  Tra questi ultimi ci sono gli hedge fund, che hanno avviato un contenzioso con l’Argentina, chiedendo il rimborso delle somme dovute per intero (circa $ 1,3 miliardi).

  3.  La sentenza della Corte Suprema americana dà loro ragione, obbligando l’Argentina a ripagarli.

  4.  A questo punto l’Argentina potrebbe fallire, coinvolgendo potenzialmente anche i detentori di bond argentini che in precedenza avevano rinegoziato il loro credito.

A tal proposito, il Governo sudamericano ha subito dichiarato di non voler negoziare con gli hedge fund americani e paventato il rischio default per i risparmiatori che detengono titoli di Stato. In seguito, la presidente Kirchner ha tentato di rassicurare i mercati mostrandosi disposta a negoziare. L’andamento dei CDS a 5 anni sui titoli obbligazionari argentini riflette tale timore, come mostra il grafico in foto (clicca per ingrandire).

Quali conseguenze ha questa sentenza?

Prima di tutto il rischio default, che ricadrebbe sui risparmiatori che hanno in portafoglio i titoli di Stato dell’Argentina e poi si creerebbe un precedente: nessuno Stato accetterebbe di ristrutturare il proprio debito. Proprio così!

Quale Paese in via di sviluppo che abbia a cuore l’interesse pubblico (dei propri cittadini) sarebbe disposto a emettere obbligazioni sovrane attraverso il sistema finanziario americano quando esiste una Corte di Giustizia americana che garantisce gli interessi finanziari a danno dell’interesse collettivo?

Siamo quindi di fronte al riproporsi della “legge del più forte” particolarmente vera nel caso argentino. Il Paese ha cercato di risalire la china provando ad evitare di essere divorato dai grandi istituti di credito multinazionali, ristrutturando il proprio debito. Ma ora vede l’interesse pubblico surclassato da quello finanziario, rischiando nuovamente il default.

Una risposta per questi Paesi potrebbe essere quella di estendere la clausola di azione collettiva a tutti i creditori indistintamente, in modo da ostacolare i “fondi avvoltoio” nel ritardare la ristrutturazione del debito, visto che loro stessi sarebbero costretti ad accettare il piano di ristrutturazione. Inoltre, di fronte al fallimento della giustizia, in assenza di un meccanismo di ristrutturazione del debito efficiente ed equo nelle controversie internazionali, si rende oggi più che mai necessario realizzare una sua implementazione.

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