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Adolfo Urso, senza un nuovo piano e senza cambiare l’Ad Morselli l’ex Ilva non ha futuro

Imagoeconomica

Sono vagamente surreali le dichiarazioni che il ministro dell’Industria (o delle imprese e del Made in Italy, come adesso si chiama) Adolfo Urso ha rilasciato lunedì al Foglio sul futuro della siderurgia e delle Acciaierie d’Italia (ex Ilva). A sentire lui il record negativo di produzione del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, quello di Taranto – risultato che da solo grida vendetta -, è ormai dietro l’angolo. Urso sostiene che nella rinegoziazione degli accordi e dei patti parasociali con il partner ArcelorMittal, a suo tempo sciaguratamente stipulati dal Governo Conte, lo Stato ha “riconquistato la libertà che non aveva e può anticipare la sua salita in maggioranza (Ndr dal 40 al 60% di ex Ilva) anche prima del maggio 2024”. Come si spiega allora che i metalmeccanici scenderanno in piazza il prossimo 7 luglio per protestare contro le inadempienze del Governo e dell’azienda attualmente gestita dall’Ad, Lucia Morselli, manager di fiducia degli indiani? Per due ragioni principalmente. In primo luogo perché le promesse del ministro stanno a zero senza un piano che disegni credibilmente il futuro dell’ex Ilva e che oggi non c’è. In secondo luogo perché i sindacati hanno capito benissimo che il difetto dell’Acciaierie d’Italia sta nel manico, cioè nella miope guida della Morselli, che avevano ben conosciuto anni fa come feroce tagliatrice di teste negli stabilimenti degli Acciai Speciali di Terni. Solo che c’è un problema nella riconquistata libertà d’azione per lo Stato che Urso sventola un po’ troppo spavaldamente. E infatti nella rinegoziazione degli accordi con gli indiani il Governo può sì decidere di aumentare la propria partecipazione azionaria ma non cambiare la governance senza il consenso di ArcelorMittal, che non hanno alcuna intenzione di rinunciare a un Ad rinunciatario e temporeggiatore come la Morselli, fedele interprete degli interessi dell’azionista di controllo ma non certo preoccupata del futuro dell’ex Ilva di Taranto. Urso può dire tutto quel che vuole ma lo sciopero dei metalmeccanici gli ricorda impietosamente che se le Acciaierie d’Italia affonderanno l’imperdonabile responsabilità è tutta del Governo e della Morselli, manager senza visione del futuro. Giù dalla torre.

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Categories: Economia e Imprese

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  • Sarebbe molto interessante e serio capire cosa è successo all' Ilva da quando il Governo ha dovuto accettare le pretese di occupazione delle poltrone da parte del "pentaoartito allargato* /ai fondatori di Taranto sono subentrati politicanti prima subalterni rispetto ai fondatori ed ideatori defenestrati della finanziaria suderurgica dell'IRI FInsider /da li è partita una crisi inarrestabile e poi" privatizzazioni "demenziali e connessi passaggi giudiziari - grazie per una sincera doverosa testimonianza

  • Ho trascorso più di 40 anni nello stabilimento di Taranto, un "ventennio" sotto l'egida dello stato, un quasi ventennio sotto quella dei riva, ed I primi anni coi mittal, fino all'arrivo della morselli.
    Quindi le ho viste tutte, dalla parte del palcoscenico e non da quella degli spettatori.
    Devo dire che sono assolutamente d'accordo con l'articolo, che dice la verità sull'operato della morselli. Cosa che il governo sembra non recepire.......
    Chissà perché?
    E comunque la cara signora sta facendo anche altre brutte azioni, non evidenziate dai media, solo per il suo sconfinato ego.
    Secondo me comunque, aveva già inizialmente sbagliato calenda ad assegnare la gara ai Mittal. Ma questa è una mia opinione puramente personale, dettata da fattori puramente tecnici e non politici.