È stato per 45 anni il tasso di riferimento dei mercati finanziari, ma è anche stato negli ultimi 10 anni il tasso simbolo di scandali e manipolazioni, di quel volto cattivo di cui la finanza vuole sbarazzarsi per intraprendere una nuova strada costruita su fondamenta più trasparenti e sostenibili. Dal 1° gennaio 2022 il Libor va in pensione. Non si tratta di una svolta secca, ma un percorso graduale iniziato già nel 2017 che porterà alla sua eliminazione totale. Più che di rivoluzione dunque, si può parlare di un risorgimento che condurrà a un nuovo regime fondato su un insieme di tassi overnight privi di rischio, noti anche come tassi di riferimento alternativi (alternative reference rates, Arr).
COS’È IL LIBOR
Il London Interbank Offered Rate è stato per decenni il benchmark di riferimento per le transazioni sul mercato interbancario, quello in cui gli istituti bancari si scambiano fondi a breve termine. Al Libor sono agganciati altri tassi applicati ai prodotti bancari: dal conto corrente ai mutui a tasso variabile, passando per prestiti, carte di credito e derivati (come i forward rate agreement e gli Irs, Interest rate swap). Se l’indice Libor sale aumentano anche i tassi d’interesse ad esso associati e viceversa.
Si tratta di un tasso variabile, calcolato giornalmente dalla British Bankers’ Association e reso disponibile alle 11.45 ora di Londra. Il calcolo viene effettuato sulla media degli otto valori centrali forniti da sedici grandi banche. Ci sono diverse scadenze, dall’overnight ai 12 mesi, e differenti valute.
IL GRANDE SCANDALO DEL LIBOR
Lo scandalo esplose nell’estate del 2012, facendo tanto di quel rumore da travolgere la finanza globale. Il dubbio che il Libor venisse manipolato serpeggiava tra investitori e istituzioni finanziarie da anni, da ben prima che la crisi innescata dal fallimento di Lehman Brothers facesse tremare tutto e tutti. La conferma arrivò solo nel corso di una causa civile durante la quale Barclays, la seconda banca inglese, ammise le sue colpe e concordò con le autorità britanniche e statunitensi il pagamento di una multa da 453 milioni di dollari per chiudere la questione. In pochissimo tempo moltissime anomalie vennero a galla e coinvolsero le principali banche mondiali. Le accuse erano pesantissime: trader e manager, per anni, avevano manipolato ad ampio raggio il tasso di riferimento con lo scopo di trarne profitto finanziario. Si scoprì inoltre che le manipolazioni compiute nel corso degli anni dalle banche non avevano riguardato solo il Libor, ma anche l’Euribor e il Tibor di Tokyo. Diversi manager sono stati condannati e le banche coinvolte sono state costrette a pagare 10 miliardi di dollari di multe.
I NUOVI TASSI
Dal 1° gennaio dal Libor si passerà a un sistema fondato su un insieme di tassi overnight privi di rischio (acronimo: Rfr), perché basati su transazioni avvenute il giorno precedente. I nuovi tassi si decideranno dunque sulla base di contratti già chiusi e non su stime come avveniva in passato. Quali saranno? Il Libor in sterline britanniche sarà sostituito dal SONIA, acronimo di Sterling Overnight Index Average, quello in euro sarà sostituito dall’€STR (Euro Short-Term Rate), al posto del libor in dollari arriverà il Sofr, Secured Overnight Financing Rate. Sono stati trovati sostituti per il Libor anche per altre valute, come il dollaro australiano, lo yen giapponese e il franco svizzero.
Il Libor non sparirà del tutto, ma continuerà ad operare in forma “ridotta” per i 230 trilioni di dollari di contratti esistenti che lo usano come riferimento per il pagamento degli interessi. Nel dettaglio, le autorità del Regno Unito e degli Stati Uniti permetteranno che il London Interbank Offered Rate in dollari continui ad essere usato per i contratti esistenti fino alla metà del 2023 per consentire la maturazione della maggior parte dei contratti “legacy” o in sospeso, mentre la Fca (Financial Conduct Authority) ha dato via libera alle versioni “sintetiche” di Libor in yen e sterline per un altro anno.