Dall’anno prossimo gli italiani non pagheranno più né la Tasi né l’Imu sulla prima casa (la seconda si paga oggi solo sulle abitazioni di lusso). Per il momento, è questa l’unica certezza fra le misure fiscali in arrivo con la nuova legge di Stabilità. Il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno ribadito più volte che il Governo intende andare fino in fondo su questo punto, malgrado le critiche incrociate ricevute negli ultimi giorni (ad esempio dai tecnici Ue, da Confindustria, da Assonime e dal centro di ricerche Nomisma).
Le obiezioni più diffuse sono due: primo, l’addio all’Imu e alla Tasi sulla prima casa, dal punto di vista del Pil e dell’occupazione, avrà effetti modesti, molto inferiori a quelli che si potrebbero ottenere con un taglio delle tasse sulle imprese o sul lavoro; secondo, la riduzione delle tasse sulla casa non è socialmente equa, perché assicura risparmi molto maggiori alle fasce più ricche della popolazione.
A queste critiche, Renzi ha risposto dal palco del Forum Ambrosetti di Cernobbio, sottolineando che “togliere le tasse sulla casa è una priorità psicologica, perché sono le tasse più odiate dagli italiani e per questo hanno la precedenza sull’Irpef”. C’è inoltre un problema di coperture: agire sulle imposte immobiliari costa meno e – per quest’anno – l’Italia non ha più margine per incrementare il deficit.
In ogni caso, “non è solo la tassa sulla casa che viene aggredita, in passato e in questa legge di Stabilità – ha ricordato Padoan da Cernobbio –. Non vi dico di più, ma non si potrà dire che in questa legge di Stabilità taglieremo solo le tasse sulla casa. Stiamo pensando, nell’ambito dei vincoli disponibili, di estendere ulteriori abbattimenti di tassazione a favore della competitività nelle imprese”.
Tornando alla casa, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, il taglio delle tasse riguarderà 19 milioni di famiglie, che risparmieranno in media 204 euro l’anno. Per chi vive in abitazioni modeste, quelle classificate nella categoria catastale A3, la minore spesa sarà di appena 120 euro. Chi possiede ville o immobili signorili eviterà di sborsare 1.830 euro l’anno, cifra che sale a 2.280 per chi ha la fortuna di possedere un castello.
La cifra varia anche a seconda dei Comuni, poiché ciascuna amministrazione ha il proprio sistema di aliquote e di detrazioni. In ogni caso, secondo una simulazione del Servizio politiche territoriali della Uil, il risparmio medio fra tutti i Comuni italiani (25,7 milioni di proprietari) sarà di 180 euro e se prendiamo in considerazione soltanto i capoluoghi di provincia il conto sale a 230 euro.
In particolare, la città in cui l’addio alla Tasi sulla prima casa si farà sentire maggiormente è Torino, dove i contribuenti risparmieranno in media 403 euro. Al secondo e al terzo posto si piazzano rispettivamente Roma e a Siena, con 391 e 356 euro. Il resto della top-ten è formato da Firenze (346 euro), Genova (345), Bari (338), Bologna (331), Foggia (326), Como (321) e Ancona (318). A Milano si risparmieranno 300 euro, mentre in coda alla classifica c’è Asti, con appena 19 euro.