Chi di voi ricorda quei piccoli quadratini di plastica che dovevamo inserire nei computer per salvare i nostri documenti? Sì, stiamo parlando proprio dei floppy disk. Se avete più di 40 anni, forse un sorriso nostalgico starà spuntando sulle vostre labbra. Se siete più giovani, invece, forse non saprete neanche di cosa si sta parlando. Beh, si pensava che questi dischetti nati per “salvare” i documenti fossero andati in pensione da tempo, almeno a livello istituzionale, ma in Giappone no, erano ancora usati almeno fino alla fine del mese scorso. Il Paese del Sol Levante ha, infatti, finalmente deciso di abbandonare il loro utilizzo. Ma esattamente, cos’era il floppy disk?
Il floppy disk: cos’era e come funzionava
Il floppy disk, inventato dalla Ibm, era un supporto di memorizzazione magnetico portatile usato principalmente tra gli anni ’70 e ’90. Consisteva in un sottile disco di materiale magnetico racchiuso in una custodia di plastica. I modelli più comuni, da 3,5 pollici, potevano contenere fino a 1,44 MB di dati. Sviluppato dal 1967, questo dispositivo si ridusse di dimensioni e aumentò di capacità fino agli anni ’80. Il floppy disk divenne un’icona, rappresentando il comando “salva” nelle interfacce grafiche di molti programmi.
I floppy disk venivano prodotti in tre formati principali:
- 8 pollici: il formato originale, introdotto da IBM.
- 5,25 pollici: conosciuti come “mini floppy disk”, erano una versione più piccola e pratica.
- 3,5 pollici: noti come “micro floppy disk”, erano i più diffusi e potevano contenere fino a 1,44 MB di dati.
Con l’avvento dei Cd-Rom e delle pendrive Usb, i floppy disk divennero obsoleti e furono gradualmente eliminati dal mercato. Apple fu la prima a rimuovere le unità floppy con l’iMac nel 1998, e Sony terminò la produzione nel 2011. Nonostante ciò, i floppy disk sono ancora in commercio e è ancora possibile trovarli in vendita, anche su piattaforme come Amazon.
Il Giappone dice finalmente addio al floppy disk
Il Giappone, quindi, si è finalmente deciso di abbandonare l’uso del floppy disk. Nonostante la loro obsolescenza, infatti, questi supporti erano rimasti in uso negli ambienti istituzionali fino ad oggi. Il merito di questo cambiamento va al ministro giapponese per gli affari digitali, Taro Kono, che da due anni ha portato avanti la sua battaglia per la digitalizzazione del settore pubblico del Paese. Nel 2022, Kono rivelò che ben 1.900 procedure governative richiedevano ancora l’utilizzo dei floppy disk. Ora, a inizio luglio 2024, il ministro ha celebrato la fine del loro utilizzo grazie al governo che ha abrogato 1.034 regolamenti che richiedevano l’uso di questi supporti nella pubblica amministrazione.
“Abbiamo vinto la guerra contro i floppy disk il 28 giugno,” ha dichiarato Kono, sottolineando che ora solo una norma ufficiale richiede che i dati siano salvati su un floppy disk.
Giappone: la lotta contro l’obsolescenza
Il ministro Kono ha dichiarato guerra non solo ai floppy disk, ma anche ad altri supporti obsoleti come i MiniDisc e i CD. In Giappone, la resistenza al cambiamento tecnologico è stata forte, con uffici che hanno continuato a utilizzare fax al posto delle e-mail. Tuttavia, gli sforzi di digitalizzazione stanno finalmente portando a un rinnovamento delle tecnologie utilizzate. Un controsenso, considerando l’alta tecnologia del Giappone.
Lo sforzo di digitalizzazione però ha incontrato numerosi ostacoli. Durante la pandemia di Covid-19, era stata sviluppata un’app di tracciamento dei contatti, mai lanciata pubblicamente. L’adozione della carta d’identità digitale My Number da parte del governo è stata più lenta del previsto a causa di ripetuti inconvenienti relativi ai dati, come l’abbinamento delle tessere a nomi sbagliati ed errati incroci di informazioni tra cittadini e seriali della previdenza sociale. L’addio al floppy disk è quindi un importante passo per il Paese verso l’adozione di soluzioni digitali più moderne.
Ma il floppy disk non vuole andare in pensione
Sorprendentemente, i floppy disk non sono completamente scomparsi. Ancora oggi, alcune aziende e settori specifici continuano a utilizzarli. Per esempio, alcune macchine industriali e aerei vecchi come i Boeing 747 richiedono aggiornamenti software tramite floppy disk. Il sito floppydisk.com, gestito da Tom Persky, continua a vendere e riparare questi supporti, servendo clienti che hanno ancora bisogno di questa tecnologia arcaica: “Probabilmente la metà della flotta aerea mondiale ha più di 20 anni e utilizza ancora i floppy disk”, ha dichiarato Persky. Ma non è l’unico settore a farne uso. Alcune aziende li utilizzano per trasferire disegni ai loro macchinari. Anche l’esercito americano è stato un utilizzatore a lungo termine dei floppy disk; solo nel 2019 il Pentagono ha smesso di utilizzare i computer IBM Series-1 del 1970, completi di floppy disk da otto pollici, come parte dei suoi sistemi di armi nucleari.