E’ già in testa alle tendenze su Twitter, lo strumento scelto per annunciare la sua morte, lasciando sgomenti e disperati i suoi 746 mila followers: “David Bowie è morto oggi pacificamente sostenuto dalla sua famiglia dopo 18 mesi di coraggiosa battaglia contro il cancro”.
January 10 2016 – David Bowie died peacefully today surrounded by his family after a courageous 18 month battle… https://t.co/ENRSiT43Zy
— David Bowie Official (@DavidBowieReal) 11 Gennaio 2016
Così la famiglia dell’artista ha annunciato al mondo, alle 7,30 dell’11 gennaio, che il Duca Bianco se n’era andato a 69 anni.
Scompare con David Bowie uno dei più grandi artisti del nostro tempo: musicista, cantante, mimo, attore. Al suo nome sono legati successi travolgenti e la passione di un’epoca per il pop e il rock. Una voce cristallina e inconfondibile fino all’ultimo: proprio l’8 gennaio, pochi giorni fa, aveva pubblicato il suo ultimo album-testamento “Blackstar”. La sua carriera, duranta 50 lunghi anni è iniziata molto presto e ha lasciato ai suoi fan meravigliosi brani attraverso le numerose metamorfosi: da Life on Mars a Starman, da Rock’n roll suicide a Heroes, da The Elephant man a Ashes to Ashes, da Let’s dance a Telling lies fino a The next day, il grande David Bowie ha sempre sorpreso, stupito, incantanto con la sua voce e la sua arte. Sarà così anche nel 2016? C’è da scommetterci.
Una fama meritata e riconosciuta anche dal governo tedesco che ha espresso le sue condoglianze per la morte dell’artista, ringraziandolo per aver contribuito alla caduta del muro di Berlino nel 1989.
“Arrivederci David Bowie. Ora sei tra gli #Heroes. Grazie per averci aiutato ad abbattere il #muro” si legge in un tweet del ministero degli Esteri, che aggiunge un link al video dell’inno dell’epoca delle Guerra Fredda, “Heroes”, ambientato a Berlino allora divisa in due dal muro.