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Addio alla Tasi sulla prima casa: ecco le città dove si risparmierà di più

La nuova Local Tax che dovrebbe prendere corpo con la prossima legge di Stabilità e vedere la luce dal 2016 è ancora per buona parte un oggetto del mistero, ma su una cosa il Governo è stato chiaro: dall’anno prossimo sarà cancellata la Tasi sulla prima casa. Quello che resterà della tassa sui servizi indivisibili confluirà insieme all’Imu nella nuova imposta sulla casa, che però non sarà davvero “unica”, perché dal suo perimetro rimarranno escluse con ogni probabilità sia la Tari sui rifiuti (che è una tariffa), sia le imposte comunali minori come Cosap, Tosap e Cimp.

Ma, portafoglio alla mano, quanto risparmieranno i contribuenti italiani con l’abolizione della Tasi sulla prima casa? La cifra varia a seconda dei Comuni, poiché ciascuna amministrazione ha il proprio sistema di aliquote e di detrazioni. In ogni caso, non si tratta quasi mai di cifre irrisorie, visto che – secondo una simulazione del Servizio politiche territoriali della Uil – il risparmio medio fra tutti i Comuni italiani (25,7 milioni di proprietari) è di 180 euro e se prendiamo in considerazione soltanto i capoluoghi di provincia il conto sale a 230 euro.

In particolare, la città in cui l’addio alla Tasi sulla prima casa si farà sentire maggiormente è Torino, dove i contribuenti risparmieranno in media 403 euro. Le medaglie di argento e di bronzo vanno rispettivamente a Roma e a Siena, con 391 e 356 euro. Il resto della top-ten è formato da Firenze (346 euro), Genova (345), Bari (338), Bologna (331), Foggia (326), Como (321) e Ancona (318). A Milano si risparmieranno invece 300 euro, mentre in coda alla classifica c’è Asti, con appena 19 euro.

Non è però detto che questa strada sia la migliore da percorrere. Secondo Luca Dondi, consigliere delegato del centro studi Nomisma, “non emergono evidenze che l’azzeramento dell’imposizione sulla prima casa risulti dal punto di vista economico e sociale l’opzione preferibile”, anche perché “lo stimolo per il mercato” dalla cancellazione della tassa sarebbe “piuttosto modesto, quantificabile in circa lo 0,11% sul primo anno. La strada maestra per arrivare a un sistema finalmente più equo rimane quella della revisione delle basi imponibili, che scaturirebbe dalla riforma del Catasto”. 

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