L’addio al contante accelera i tempi. Dal primo luglio il tetto per i pagamenti in contanti scenderà da 3.000 a 2.000, mentre per i professionisti e le imprese scatterà un credito d’imposta pari al 30% delle spese legate all’utilizzo del Pos. Entrambe le misure hanno un doppio fine: da un lato contrastare l’evasione fiscale, dall’altro incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici. Stavolta, diversamente da quanto accade di solito, il tempismo (involontario) della nuova normativa sembra più che mai azzeccato. Perché oltre all’emergenza sanitaria e ad una crisi economica senza precedenti, la pandemia di Coronavirus ha spinto l’Italia verso un’accelerazione dello sviluppo ma soprattutto dell’utilizzo delle nuove tecnologie. E i pagamenti digitali hanno registrato un balzo in avanti nel periodo del lockdown.
Lo certifica la ricerca “Paying digital, living digital: evoluzione dello stile di vita degli italiani prima e dopo il Covid-19” realizzata da Mastercard in collaborazione con AstraRicerche. Una delle principali conseguenze della pandemia e del distanziamento sociale – che ha scandagliato le abitudini degli italiani: dalle app di video conferenza a quelle di comparazione degli acquisti, dagli strumenti salta fila ai personal shopper online – è stata una maggiore attenzione al digitale. Un posto d’onore tra le tecnologie più utilizzate dagli italiani in tempo di Covid spetta senza dubbio ai pagamenti digitali che hanno registrato un balzo in avanti rispetto al tradizionale uso dei contanti. Rispetto al passato, nei mesi di crisi, un italiano su due ha utilizzato maggiormente i pagamenti digitali rispetto al contante. Un dato che riguarda non solo i consumatori, ma anche gli esercenti (il 56% dichiara di aver usato più digitale che cash). Una trasformazione che lo studio descrive come “epocale” in un paese in cui la diffusione del contante è sempre stata altissima, così come la diffidenza nei confronti del digitale. Non a caso l’osservatorio Community cashless society creato da The European House – Ambrosetti piazza l’Italia al 32° posto tra le 35 peggiori economie al mondo per dipendenza dal contante.
Secondo lo studio Mastercard invece, i tempi potrebbero essere maturi per un’inversione di tendenza: il 69,9% dei quasi 1.200 intervistati, tutti tra i 18 e i 65 anni, ha dichiarato di usare carte di pagamento tradizionali (di credito e di debito) con un’elevata frequenza, mentre il 60,9% ha utilizzato carte contactless nell’ultima settimana. Ancor più importanti sono le risposte sul prossimo futuro: un italiano su quattro dichiara di voler abbandonare per sempre banconote e monetine. Ma non solo: per il 75,9% la carta di pagamento tradizionale potrebbe diventare il mezzo più utilizzato, segno che i cambiamenti causati dalla pandemia potrebbero essere molto più duraturi di quello che si pensava all’inizio.
“Quanto emerge da questa nuova ricerca di Mastercard rappresenta un’importante conferma per l’Italia rispetto alla propensione degli italiani ad utilizzare i pagamenti digitali. Durante l’emergenza Covid-19 i nostri connazionali si sono rivolti al digitale per effettuare acquisti, in alcuni casi scoprendo per la prima volta le loro potenzialità. Il dato rilevante è che questo trend, dichiarano i consumatori e gli esercenti, continuerà nel futuro”, ha affermato Michele Centemero, Country Manager Italia di Mastercard.
Ma perché questa nuova attrazione verso i pagamenti digitali? Per il 70% degli intervistati ottimizzano i tempi, mentre per oltre l’81% tutelano l’igiene e la salute personale molto più del contante che passa di mano in mano.
La ricerca sottolinea come esistano varie tipologie di pagamenti digitali, molte delle quali ancora poco conosciuti. Alla quasi capillare diffusione delle carte si affiancano infatti le app bancarie (usate dal 29,5% degli italiani), i pagamenti con smartphone (20%) e i dispositivi indossabili. La strada da fare per arrivare a una minore dipendenza dal contante è dunque ancora lunga, ma la crescente importanza acquisita dai tool tecnologici durante l’emergenza, potrebbe dare una mano.