Addio ad Antonio Paolucci. Ex direttore dei Musei Vaticani e sovrintendente del polo museale fiorentino, nonché ex ministro per i Beni culturali durante il governo Dini nel 1995-96, si è spento a Firenze all’età di 84 anni.
Tra i più stimati storici ed esperti d’arte italiani, Paolucci era originario di Rimini, dove era nato il 19 settembre 1939. Laureato in storia dell’arte nel 1964 con Roberto Longhi, iniziò la sua carriera nel 1969 nell’Amministrazione statale, lavorando come funzionario del ministero della Pubblica Istruzione.
“La scomparsa di Antonio Paolucci crea un grande vuoto nel mondo della cultura. Profondissimo conoscitore della Storia dell’Arte, museologo di fama mondiale, colpiva per la cristallina chiarezza del suo pensiero”, ha scritto Eike Schmidt, direttore del Museo di Capodimonte ed ex direttore degli Uffizi di Firenze.
“Con la scomparsa di Antonio Paolucci, l’Italia perde un uomo di cultura appassionato e rigoroso, un instancabile studioso che ha dedicato la sua vita alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale” ha commentato il ministro dei Beni culturali Gennaro Sangiuliano.
La carriera di Paolucci
Antonio Paolucci, nato da una famiglia di antiquari, ha avuto un’affinità con l’arte fin dall’infanzia. Laureatosi in Storia dell’Arte a Firenze sotto la guida di Roberto Longhi, maestro anche di Pier Paolo Pasolini, con una tesi sugli Zaganelli da Cotignola, ha poi approfondito la sua formazione a Bologna con Francesco Arcangeli.
Entrato nel Ministero dei Beni culturali negli anni ’60, dagli anni ottanta, ha cominciato a ricoprire diverse importanti posizioni nel campo della soprintendenza culturale in Italia. Ha iniziato come soprintendente a Venezia, successivamente a Verona e Mantova, per poi diventare soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze. In seguito, ha assunto ruoli chiave presso la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici, che successivamente è diventata la Soprintendenza speciale per il Polo Museale Fiorentino. Paolucci è stato anche nominato Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana fino al suo pensionamento nel 2006, raggiungendo i limiti d’età previsti.
Nel corso degli anni, ha contribuito significativamente a importanti mostre al Museo San Domenico di Forlì, dove ha presieduto il comitato scientifico.
Ministro dei beni culturali del governo Dini
Antonio Paolucci è stato Ministro per i Beni culturali e ambientali dal gennaio 1995 al maggio 1996, durante il governo presieduto da Lamberto Dini.
Successivamente, nel 1997, è stato designato commissario straordinario del governo per il restauro della Basilica di San Francesco ad Assisi, in seguito al terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche.
Direttore dei Musei Vaticani dal 2007 al 2016
Nel novembre 2007, Paolucci è stato nominato direttore dei Musei Vaticani da Papa Benedetto XVI. Ha mantenuto questa posizione fino a luglio 2016, quando Papa Francesco ha scelto Barbara Jatta come sua successora.
Nel 2018, Paolucci è stato designato presidente della Commissione di indirizzo per il concorso di progettazione internazionale, finalizzato alla ricostruzione della Basilica di San Benedetto da Norcia, gravemente danneggiata dal terremoto del 2016 in Italia centrale.
Noto per la sua precisione nella ricerca e autore di numerosi saggi, sia sul Rinascimento che su altri temi, Paolucci confessò di essersi trovato ben presto a un bivio: “O facevo il mercante, l’antiquario, come mio padre e come mio nonno, oppure mi mettevo a studiare quelle cose lì e a proteggerle, e ho scelto questa strada qui, quella del tutore del patrimonio”. Ai giovani che desideravano intraprendere la sua carriera consigliava di “guardare, guardare, girare, consumarsi gli occhi dentro le chiese, dentro i musei, credo che sia il consiglio migliore”.
****Nei primi anni del Duemila ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare Antonio Paolucci, di ascoltare i suoi appassionati interventi di storia dell’arte, e di co-firmare per l’editore Olschki un libro sula toscanissima Banca di Cambiano, che è stata la più antica Bcc italiana. “Banca e cultura nel cuore della Toscana” era il titolo del capitolo che Paolucci scrisse e che è ancora oggi di grande attualità.
Con commozione mi unisco al lutto e al dolore della famiglia, a cui porgo le più sentite condoglianze. Grazie Antonio, per tutto quello che ci hai insegnato.
Franco Locatelli