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Addio a Silvio Berlusconi, protagonista della Seconda Repubblica, ma la sua rivoluzione liberale è rimasta incompiuta

Silvio Berlusconi aveva 86 anni. È stato protagonista degli ultimi trent’anni di storia d’Italia e della Seconda Repubblica. Dalla carriera imprenditoriale a quella di politico fino alle vicissitudini giudiziarie

Addio a Silvio Berlusconi, protagonista della Seconda Repubblica, ma la sua rivoluzione liberale è rimasta incompiuta

È morto all’età di 86 anni Silvio Berlusconi. Nato a Milano il 29 settembre 1936 in una casa al numero 60 di via Volturno a Milano, per ironia della sorte davanti a una sede del Pci, è stato protagonista degli ultimi trent’anni della storia d’Italia e della Seconda Repubblica: ex premier, ex Cavaliere, fondatore di Forza Italia, imprenditore, ex patron del Milan e poi del Monza. Tante vite in una sola.

Berlusconi era nuovamente stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano dove è deceduto questa mattina, alle 9.30. Nella struttura sono arrivati i familiari: oltre alla moglie, Marta Fascina, sono presenti il fratello Paolo Berlusconi e i figli Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio Berlusconi. 

L’ex Cavaliere soffriva dal 2021 di leucemia mielomonocitica cronica (LMMC), una patologia resa pubblica solo nell’aprile del 2023 in seguito a un ricovero in terapia intensiva per una polmonite causata dall’’indebolimento del suo sistema immunitario. Qualche giorno fa i suoi valori avevano raggiunto nuovamente la soglia d’allerta, portandolo al ricovero. Oggi purtroppo la situazione è precipitata.

La famiglia Berlusconi

Berlusconi lascia una “moglie”, la deputata di Forza Italia Marta Fascina sposata solo simbolicamente nel marzo del 2022, e cinque figli: Marina (presidente di Fininvest e di Mondadori e consigliera di Mediaset e Mediobanca), Pier Silvio (consigliere di Fininvest Ad e vicepresidente esecutivo del gruppo Mediaset e Ad e presidente di Reti televisive italiane), Barbara (consigliera di Fininvest e Ad di Holding italiana quattordicesima), Eleonora (detiene un terzo di H14) e Luigi (consigliere di Fininvest e di Banca Mediolanum, amministratore unico della holding B Cinque, e presidente del cda di H14, di cui detiene un terzo delle quote assieme alle sorelle maggiori). I primi due sono nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, gli altri tre dalle travagliate nozze con Veronica Lario. Ha avuto anche una lunga relazione con Francesca Pascale. Aveva anche 17 nipoti e un bisnipote. “Cinque figli e tanti nipoti fanno un patriarca. E io questo mi sento”, aveva detto Berlusconi in un’intervista a “Chi”. 

Imprenditore, politico, uomo di sport: i tre volti di Silvio Berlusconi 

Per 30 anni Silvio Berlusconi è stato al centro della scena italiana per il suo triplo volto. Da un lato c’era l’imprenditore che, aiutato anche dal suo ruolo politico, dal nulla aveva creato il più potente impero mediatico e finanziario italiano, come mai nessuno prima di lui era riuscito a fare nel nostro Paese, anche se i rapporti con i suoi collaboratori Marcello Dell’Utri (assolto in Cassazione nell’ambito del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia) e Cesare Previti (condannato per corruzione) hanno sempre creato forti discussioni nel panorama italiano. Dall’altro c’era l’uomo politico, quattro volte presidente del consiglio tra il 1994 e il 2011 e fondatore di quello che per decenni è stato il più forte partito di centrodestra del Paese. C’è stato poi anche il Berlusconi appassionato di sport, che nell’86 comprò il Milan diventandone presidente. Sotto la sua guida il club rossonero ha vinto 8 scudetti e 5 Champions League, per un totale di 28 trofei ufficiali in 30 anni, diventando uno dei più blasonati a livello europeo. Poi la vendita – avvenuta nel 2017 – all’imprenditore cinese Li Yonghong. Fino alla sua morte Berlusconi è stato presidente del Monza, rilevato nel 2018 e portato alla storica promozione in Serie A. 

Silvio Berlusconi, l’imprenditore dei media

Sua Emittenza lo chiamavano a Cologno Monzese, ma prima della tv c’era già stato molto altro. In gioventù Berlusconi fece decine di “lavoretti”: barista, fotografo, venditore di scope elettriche, cantante e intrattenitore sulle navi da crociere. Dal ‘61 si dedicò all’edilizia, fondando la sua prima società “Cantieri Riuniti Milanesi Srl”. dagli anni ‘70 realizzò alcuni dei suoi progetti più importanti, tra i quali i quartieri residenziali Milano Due e Milano Tre.

Alla fine di quel decennio arrivò il salto nella comunicazione e nella Tv con l’acquisto di Telemilano che qualche anno dopo divenne Canale 5. Negli anni ‘80 nacquero prima Italia 1 e poi Rete 4. Nel frattempo, nel 1978, l’ex Cavaliere creò Fininvest, la holding che controlla tutti i gioielli di famiglia, tra cui Mediolanum, Mondadori e, dal ‘93, anche Mediaset. 

Da lì il salto. Berlusconi divenne il proprietario di un impero mediatico e finanziario che in Italia non ha eguali, cresciuto di pari passo e in conseguenza alla sua ascesa politica. Forbes, che ogni anno lo inserisce nella sua classifica dei miliardari, gli attribuisce un patrimonio di 6,8 miliardi di euro. 

Eppure non è stato tutto rosa e fiori. Nel ‘93, poco prima della sua discesa in campo, Fininvest registrò utili pari a 11 miliardi di vecchie lire, equivalenti a circa 9 milioni di euro. Il capitale netto ammontava a 1,4 miliardi di lire. Ma soprattutto, la società aveva 4,38 miliardi di debiti. La situazione si risolse solo nel ‘96 con il salvataggio avvenuto ad opera di Mediolanum (di cui Fininvest controlla il 30%). Poi la svolta, con le quotazioni in Borsa di Mediaset e Mediolanum, grazie alle quali la situazione debitoria del Biscione migliorò considerevolmente. Gli utili cominciarono ad aumentare anno dopo anno, fino ad esplodere nei primi 2000, negli anni in cui il Berlusconi politico firmava il suo “contratto con gli italiani” e dava vita al suo secondo Governo. Com’è la situazione oggi? Nel 2021 Fininvest ha registrato ricavi per 3,8 miliardi, un attivo di 8,7 e un patrimonio netto di 3 milioni di euro. L’utile ammontava a 360 milioni, mentre il debito finanziario era un terzo del valore dell’equity. In parallelo Mediaset, che dal 2015 ha perso il 25% del suo fatturato, è diventata MediaForEurope (Mfe) e ha trasferito la sua sede legale in Olanda. 

Da ricordare che nella vita imprenditoriale di Berlusconi non ci sono state solo Tv ed edilizia: nel 1977 Berlusconi entrò nella società Il Giornale, quotidiano fondato da Indro Montanelli, con una quota del 12% per poi salire al 37,5% due anni dopo e diventare l’azionista di riferimento. Nel marzo del 2023 Il Giornale è stato venduto alla famiglia Angelucci. Negli anni ‘90 acquistò la maggioranza azionaria di Mondadori, oggi in mano alla figlia Marina, per poi investire in Einaudi e in altre case editrici. Tra gli altri “acquisti” ci sono anche, ovviamente, il Milan e il Monza, e Standa, gruppo venduto nel 1998. 

Silvio Berlusconi, il leader politico

“L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d’imprenditore. Qui ho anche appreso, la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo, a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”. Con queste parole, trasmesse da tutte le televisioni, il 24 gennaio del 1994 Silvio Berlusconi annunciò la sua discesa in campo, dando vita alla sua carriera politica legata a doppio filo con la storia della Seconda Repubblica.

Il suo impegno politico era iniziato pochi mesi prima, nel novembre del ‘93, quando l’ex cavaliere annunciò, sorprendendo tutta Italia, il suo sostegno alla candidatura di Gianfranco Fini a sindaco di Roma. Sulle rovine di Tangentopoli, che aveva lasciato un vuoto politico senza precedenti, Berlusconi iniziò a costruire il suo partito di centrodestra: Forza Italia, confluito nel 2008 ne Il Popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013.

Da quelle storiche parole prese vita un serratissima campagna elettorale terminata il 27 marzo del ‘94 con le elezioni politiche che sancirono la vittoria di Forza Italia, all’epoca alleata con la Lega Nord e con l’Msi-An, e portarono Silvio Berlusconi direttamente a Palazzo Chigi. Ma il Berlusconi I fu un Governo lampo: nel dicembre dello stesso anno la Lega Nord guidata da Umberto Bossi decise di passare all’opposizione, presentando anche una mozione di sfiducia. Il 22 dicembre del 1994, Berlusconi salì al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani dell’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. 

Dopo questa prima esperienza Berlusconi è stato a capo di altri tre governi: il Berlusconi II (2001-2005), il più lungo della storia repubblicana italiana iniziato con la firma in tv del celeberrimo “Contratto con gli italiani”, il Berlusconi III ( 2005-2006), e il Berlusconi IV, cominciato nel maggio del 2008 e conclusosi nel novembre 2011 nel bel mezzo della grande crisi del debito sovrano che portò lo spread italiano allo storico livello d 585 punti base e l’Italia sull’orlo del default. 

Nel corso della sua lunga carriera politica Berlusconi è stato anche deputato, senatore, europarlamentare, nonché Presidente del Consiglio Europeo dal luglio al dicembre del 2003. È stato più volte accusato di approfittare del suo potere politico per favorire l’ascesa delle sue società e alleggerire la sua posizione processuale, varando anche leggi ad personam, tra le quali la legge sulle rogatorie internazionali del 2001, la depenalizzazione del falso in bilancio (2002), la legge Cirami (2002), il lodo Schifani (2003), il Decreto Salva Rete 4 (2023), la Legge Gasparri (2004), la legge ex Cirielli sulla prescrizione (2005), la legge Pecorella (2006) e il Lodo Alfano (2008). 

Nell’aprile del 2022, Berlusconi pronunciò un altro celebre discorso: “Il discorso di oggi si associa al discorso della discesa in campo di 28 anni fa. Quella di oggi è una nuova discesa in campo, consapevoli che tutto questo è indispensabile e insostituibile per il futuro dell’Italia”, disse. Cinque mesi dopo, in seguito alla caduta del Governo Draghi, Forza Italia entrò a far parte della maggioranza di Governo guidata da Giorgia Meloni, insieme a Fdi e Lega, e l’ex Cavaliere tornò a Palazzo Madama nove anni dopo la decadenza da senatore del 2013.

I legami di amicizia 

“Io sono legato da un’amicizia vera con tutti i leader di questi paesi, col presidente Mubarak e la sua famiglia, col presidente Bouteflika, mio coetaneo, con il leader della Libia Muʿammar Gheddafi e con Ben Ali, presidente della Tunisia”, affermò l’allora premier Berlusconi durante la conferenza stampa di fine anno del 2010. Tra i suoi amici di vecchia data anche il presidente russo Vladimir Putin. Proprio le dichiarazioni su quest’ultimo nel corso della guerra in Ucraina gli valsero moltissime accuse a livello nazionale e internazionale. “Putin è caduto in una situazione difficile e drammatica, voleva a Kiev un governo perbene” disse nel settembre del 2022 a Porta Porta. E poi ancora nel febbraio del 2023: “Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”. Quel signore, non era Vladimir Putin, presidente dello Stato invasore, ma Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina invasa. “Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili”, aveva continuato. 

Le controversie giudiziarie

Nel corso della sua carriera di politico e imprenditore, Silvio Berlusconi è stato imputato in oltre 30 processi, nei quali gli sono stati contestati reati che vanno dalla corruzione al concorso in strage, dal falso in bilancio alla concussione, fino al vilipendio all’ordine giudiziario e alla prostituzione minorile. Quasi tutti si sono chiusi con il non luogo a procedere per prescrizione, con l’assoluzione, con un’archiviazione o il proscioglimento in fase di indagine o udienza preliminare. Eccetto uno: l’unica condanna diventata definitiva nel 2013 sono stati i 4 anni di carcere, 3 dei quali coperti da indulto, per la frode fiscale da 7,3 milioni di euro commessa con la compravendita dei diritti tv Mediaset quando era presidente del Consiglio. Condanna che lo ha costretto a chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali di 10 mesi e mezzo, al netto dello sconto per la liberazione anticipata, e lo ha portato alla decadenza da senatore per via della Legge Severino: la sua incandidabilità è durata sei anni.

Nel marzo 2014, a seguito della condanna, Berlusconi si autosospese dalla carica di Cavaliere del Lavoro. L’onorificenza gli era stata conferita nel ‘77 dal presidente della Repubblica Giovanni Leone per la sua attività nel campo dell’edilizia. 

Tra  i processi più noti figurano quello sul caso Mediatrade, il caso Sme/Ariosto (assolto con formula dubitativa), la prescrizione nel procedimento con al centro la vicenda dell’avvocato inglese David Mills. I processi più odiosi per Silvio Berlusconi forse sono stati quelli che hanno riguardato gli scandali sessuali, ossia quello per induzione a mentire nell’ambito del caso ‘Escort’ di Bari e il caso Ruby, con i suoi due filoni. È uscito con una assoluzione piena e definitiva dalle accuse di prostituzione minorile e concussione ed è stato scagionato anche nei processi di Siena e Roma in cui era accusato di aver pagato le sue giovani testimoni e alcuni dei suoi ospiti per raccontare ai giudici che quelle che erano andate in scena ad Arcore erano solo cene eleganti e non feste ‘osè’. Per quelle stesse accuse  è stato assolto anche a Milano, assieme a Ruby-Karima e a una schiera di ragazze, per una questione giuridica che ha cancellato qualsiasi giudizio nel merito e ha reso un reato impossibile da configurare.

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