Hera userà l’intelligenza artificiale per la manutenzione dell’acquedotto situato lungo il territorio emiliano-romagnolo grazie a un progetto realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna e Rezatec, azienda attiva nel campo dei Data Analytics e dell’intelligenza artificiale. Dopo una prima fase di sperimentazione partita nei comuni di Santarcangelo di Romagna, Riccione e Cattolica e nel corso del 2021 il progetto si estenderà anche nel territorio di Forlì-Cesena, coinvolgendo complessivamente 2.800 km di rete.
Come funzionerà? La multiutility sta testando un algoritmo che individua i punti della rete a maggior rischio di rottura o di perdite per pianificare sostituzioni mirate delle condotte e predisporre investimenti e interventi di rinnovo.
Grazie all’analisi dei dati compiuta nel 2016 e nel 2017, Rezatec ha sviluppato un algoritmo “a pesi dinamici”, con cui ha provato a “indovinare” dove si erano verificate le perdite nel 2018 (già registrate da Hera), ottenendo risultati confortanti che hanno convinto la multiutility a proseguire nella sperimentazione. Nel 2020, in particolare, l’algoritmo ha permesso di individuare il 35% della rete santarcangiolese su cui si è verificato il 69% delle rotture, ed è stato proprio questo risultato a suggerire l’opportunità di rilanciare il progetto anche nel 2021, ampliando la quota di acquedotto interessato.
Il progetto relativo all’intelligenza artificiale si aggiunge al programma di ricerca attiva delle perdite, per il quale Hera da tempo integra metodologie di tipo tradizionale con tecnologie all’avanguardia, finanziandole con 100 milioni di investimenti l’anno. Grazie a questo piano, l’acquedotto gestito da Hera è capace di limitare le perdite giornaliere a 9,1 metri cubi di acqua per chilometro a fronte di una media nazionale di 24 metri cubi per chilometro di rete.
“Negli ultimi tre anni, in particolare, le sole attività di ricerca attiva hanno permesso al Gruppo di individuare 2.700 perdite occulte, riparando le quali sono stati recuperati circa 7 milioni di metri cubi di risorsa idrica”, sottolinea la società in una nota.
Hera fa sapere inoltre che, analizzando con l’Università di Bologna i fattori che aumentano il rischio di rottura, è stato possibile aggiornare le linee guida che orientano la scelta del materiale per i rinnovi delle condotte al fine di individuare la soluzione specifica che a fronte del contesto in cui avviene la posa, del tipo di terreno e della temperatura ambientale, minimizzi il rischio di rottura.