L’acqua sarà gratis per tutti fino a 50 litri al giorno. Lo prevede l’ultima versione del Disegno di legge “sulla tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque” approvato mercoledì pomeriggio dalla Camera dei deputati – con 243 voti a favore, 129 contrari e due astenuti – e ora destinato ad affrontare l’esame del Senato.
“L’erogazione giornaliera per l’alimentazione e l’igiene umana, in quanto diritto umano universale, si basa sul quantitativo minimo vitale gratuito di 50 litri giornalieri – precisa il testo – che viene garantito anche in caso di morosità”. Quindi nessun distacco sarà possibile per morosità fino a 18.250 litri di consumo annuo.
La novità non è bastata però a placare le polemiche innescate dall’opposizione che ha reclamato – fino a raggiungere il livello di una vera e propria bagarre, con tanto di sospensione dei lavori in aula – in particolare contro una modifica introdotta. Nel nuovo testo è stato eliminato il riferimento “in via prioritaria” per l’affidamento a soggetti pubblici. Secondo M5S e Sinistra italiana la nuova formula contraddice il voto degli italiani con il referendum sull’acqua.
Il nuovo provvedimento stabilisce alcuni principi cardine: il diritto all’acqua potabile di qualità e ai servizi igienico-sanitari deve essere garantito senza interruzioni; l’acqua è un bene comune e tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili; l’acqua costituisce una risorsa che è salvaguardata e utilizzata secondo criteri di efficienza e solidarietà, responsabilità e sostenibilità; l’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto all’uso per l’agricoltura e per l’alimentazione animale; per tutti gli altri usi è favorito l’impiego dell’acqua di recupero.
Come si è detto, è stata introdotta l’ulteriore garanzia sul “quantitativo minimo vitale”. L’intento della norma è di evitare che il bene primario dell’acqua sia sacrificato nei casi di vero bisogno ma rischia di ampliare la fascia della morosità “consentita”, nei limiti dei 50 litri/giorno.
Il servizio idrico integrato viene considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività, che può essere affidato anche in via diretta a società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per la gestione `in house´ (si tratta di quelle società di gestione direttamente controllate dal Comune), comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell’Ato (Ambito territoriale ottimale). Modalità di affidamento per la quale, a seguito di un emendamento approvato dall’Aula, è caduta la formula `in via prioritaria´.
Il servizio idrico integrato non potrà essere sostenuto attraverso la fiscalità generale ma dovrà essere sostenuto dalle tariffe definite dall’Authority per l’Energia e il Sistema idrico, dalle risorse nazionali, come il Fondo sulle risorse idriche istituito dal Dl sblocca Italia, e da quelle europee destinate agli enti di governo per assicurare i livelli essenziali del servizio su tutto il territorio nazionale. Dovranno comunque essere installati contatori per il consumo in ogni singola abitazione, attività produttiva o commerciale, favorendo della tele-lettura attraverso la rete elettrica.
L’Italia, va ricordato, è un Paese dove a fianco a casi di eccellenza nella gestione del servizio idrico è però presente una dispersione idrica media del 35% – oltre 3 miliardi di metri cubi di acqua all’anno finiscono nel nulla. Molte Regioni non hanno ancora acquedotti, fognature e depuratori adeguati e per questa ragione sono sottoposte a procedure di infrazione in Europa che gravano sulle tasche dei loro cittadini. Molte, infine, non si sono dotate di un’efficiente organizzazione del servizio idrico integrato, disattendendo norme ormai da decenni.
Il Governo viene quindi delegato a emanare, entro il 31 dicembre, un Decreto legislativo per il rilascio e il rinnovo delle concessioni di prelievo di acque, compresi i casi trasferimento del ramo d’azienda. Il contributo di un centesimo per bottiglia di acqua minerale, in materiale plastico, andrà a sostenere progetti di cooperazione per l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari finanziati dal Fondo nazionale di solidarietà internazionale.