L’aceto balsamico è tra i prodotti che più rappresentano la storia e le tradizioni autoctone dell’italian food. Per questo i riconoscimenti sono in costante crescita. L’ultimo- sebbene un dejà vu– è quello del Ministero delle Politiche agricole che per il prossimo triennio ha conferito al Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena l’incarico di svolgere promozione, valorizzazione, tutela, vigilanza e informazione del consumatore.Tutto sotto l’etichetta di Denominazione Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. L’approvazione è avvenuta nel rispetto delle prescrizioni di un Decreto ministeriale del 16 ottobre 2009. Li’ sono indicati i requisti essenziali per avere un prodotto di eccellenza. Cosa fa in realtà il Consorzio ? In continuità con la precedente attestazione continua a “possedere i requisiti di rappresentatività superiore al 66% della categoria produttori e utilizzatori prevista per ogni filiera ed ha uno Statuto conforme alle prescrizioni ministeriali”. La soddisfazione per il buon andamento ed il controllo delle attività in un territorio agricolo protetto e sostenibile, la esprime il Presidente Enrico Corsini : “Il Consorzio riunisce la quasi totalità dei produttori che partecipano con il proprio impegno quotidiano produttivo e commerciale alla divulgazione del prodotto e delle sue peculiarità. Nel pieno rispetto dello Statuto svolge funzione di promozione dell’immagine del prodotto, di garanzia di osservanza del disciplinare di produzione e del rispetto delle antiche tradizioni”. Chiaramente dà anche sostegno ai produttori nel mantenimento dei livelli qualitativi.
L’eccellenza nasce in territori curati e controllati.
L’area modenese produce mediamente 10 milioni di litri all’anno di aceto con il 92% destinato alle esportazioni. L’organizzazione consortile vigila anche sui mercati per contrastare o denunciare i casi di imitazione. La Slovenia, per esempio, aveva provato ad imitare il prodotto. Ma non di rado nella grande distribuzione sono state scoperte dichiarazioni ingannevoli od errate. Commercializzare il prodotto DOP vuol dire, invece, che la filiera produttiva del balsamico avviene solo all’interno dei territori della Provincia di Modena: dalla raccolta dell’uva all’invecchiamento del prodotto. Un patrimonio produttivo ma anche culturale che richiede terreni protetti e sistemi di lavorazione ecosostenibili affidati ai produttori. Il successo del prodotto è mondiale,garantito anche da prezzi non bassi, adeguati al marchio. Altro attestato di cui vanno fieri i produttori quello del Consiglio Europeo del 2000. Ha riconosciuto alla provincia di Modena le caratteristiche specifiche dell’area geografica di produzione, ha premiato la varietà dei vigneti, i requisiti chimici, fisici e sensoriali per la vendita e l’imbottigliamento. C’è infine la consolazione del pubblico intenditore e o semplicemente curioso. La recente giornata delle acetaie aperte ha richiamato migliaia di visitatori. Oltre al prodotto le persone hanno mostrato attenzione ed interesse per gli ambienti delle acetaie e più in generale dei trattamenti agricoli praticati in luoghi poco antropizzati. Sono aspetti economici e di microeconomia su cui sorveglia anche la Regione Emilia Romagna premurosa delle sue ghiottonerie.