Acea, nell’ambito di un consorzio transnazionale composto da 44 partner tra i principali enti di ricerca ed aziende europee, si è aggiudicata il finanziamento europeo di un progetto pensato per sviluppare e testare a Roma una soluzione tecnologica all’avanguardia in grado di abilitare meccanismi di flessibilità dei consumi elettrici delle Comunità Energetiche (denominato “Hedge IoT”).
“I risultati di questa sperimentazione saranno importanti per il progetto delle comunità energetiche di Roma Capitale e degli obiettivi energetici e sociali che si intende portare avanti”, spiega la società in una nota.
I dettagli del progetto Hedge IoT
Capofila del progetto è Areti che collaborerà con Roma Capitale, l’Università Roma Tre e Acea Energia. Il progetto, in partenza in questi giorni, avrà una durata di 4 anni.
“Hedge IoT” avrà lo scopo di abilitare e sfruttare il potenziale di flessibilità energetica per diverse tipologie, dalle pompe di calore ai generatori d’emergenza o cogeneratori, alle stazioni di ricarica dei veicoli elettrici, consentendo al contempo la partecipazione all’esercizio ottimale della rete di distribuzione attraverso l’offerta di servizi ancillari al distributore locale – ed in particolare al mercato dei servizi locali di flessibilità RomeFlex realizzato dal GME ed Areti – e la socializzazione del surplus di energia generato e non auto-consumato con un insieme di consumatori vulnerabili ad alto rischio di povertà energetica.
Nell’ambito della Comunità Energetica costituita dall’Università Roma Tre con il Municipio VIII, l’ateneo Roma Tre (con l’Università Roma Tre che già agisce come Balancing Service Provider in qualità di aggiudicatario di una significativa quota di potenza della prima asta a termine di RomeFlex svoltasi lo scorso novembre) sarà il fulcro del progetto italiano di “Hedge IoT” diventando di fatto un fornitore di servizi di flessibilità: all’interno dell’Università Roma Tre saranno realizzati impianti di generazione distribuita da fonti rinnovabili associati a sistemi di storage intelligenti in grado di ottimizzare l’autoconsumo locale dell’energia.
Questa infrastruttura “sarà dotata di una serie di tecnologie IoT in grado di rilevare i comportamenti istantanei di produzione e consumi ed asservirli a piattaforme software di gestione della Comunità Energetica il cui compito sarà quello di massimizzare l’efficienza energetica della Comunità stessa e di dialogare con la rete elettrica di Roma gestita da Areti per utilizzare l’energia in surplus sul mercato locale di flessibilità. Roma Capitale curerà invece tutti gli aspetti di socializzazione e redistribuzione del valore energetico in eccesso generato dall’Università Roma Tre oltre alle iniziative di replicabilità delle soluzioni sviluppate sulle altre Comunità Energetiche in fase di realizzazione nella Capitale. Quella di Roma Tre sarà una delle prime comunità energetiche costituite nell’ambito del Piano CE di Roma Capitale”, conclude Acea.