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Accordo Grecia di nuovo al centro dell’Eurogruppo

Prendere o lasciare. Charles Dallara, il capo delegazione dei creditori privati della Grecia (200 miliardi di bond) ha ribadito che la sua proposta a questo punto non è negoziabile. I creditori non andranno oltre un taglio del 65-70%, ovvero la trasformazione dei titoli attuali in bond trentennali con una cedola iniziale del 3,1% e finale del 4,75%. L’intesa sembrava cosa fatta su questa base già venerdì, ma nell’ultima riunione, secondo quanto riferisce il Financial Times, le autorità europee si sarebbero irrigidite su un taglio ulteriore: la cedola finale non deve superare il 3,5%, cosa che comporta un taglio “volontario” superiore al 70%.

Il risultato è che il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, si presenterà oggi al vertice dell’Eurogruppo a Bruxelles senza l’accordo tra lo Stato ellenico e i creditori privati. L’intesa era un prerequisito necessario a ricevere un secondo piano di aiuti internazionali da 160 miliardi di euro e quindi evitare il default di Atene a marzo, quando scadrà una tranche di 14,5 miliardi di hellenic bond. La scelta se accettare o meno la proposta dei creditori tocca a questo punto all’Unione Europea e al Fondo Monetario internazionale.

Il caso ellenico è solo uno dei punti che verranno sottoposti al meeting dei ministri della Unione europea. Si discuterà anche del rafforzamento del fondo salva-Stati, lo European financial stability fund (Efsf), ora a 500 miliardi di euro, ma di cui il primo ministro italiano Mario Monti chiede un raddoppiamento. Ma è tutto nelle mani della cancelliera tedesca Angela Merkel, che si è più volte detta contraria a questa misura. 

Inoltre, secondo il Financial Times, Germania e Francia chiederanno oggi un allegerimento delle regole previste da Basilea 3 per evitar un credit crunch e un ulteriore rallentamento dell’economia reale. 

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Categories: Finanza e Mercati