La contromossa dell’Europa ai dazi del 25% su acciaio e alluminio imposti da Donald Trump entrerà in vigore dal 1° aprile. La Commissione europea, mercoledì 19 marzo, è stata chiamata ad approvare il Piano d’azione per l’acciaio, annunciando una riforma immediata delle misure di salvaguardia sul settore,
annunciando una riforma immediata delle misure di salvaguardia sul settore. Una prima misura potrebbe consistere nella riduzione delle quote di importazione per diversi tipi di acciaio. Lo scopo è quello di evitare che l’ Unione Europa si trasformi in una discarica per acciaio a basso costo, dirottato dal mercato statunitense. Gli afflussi verrebbero ridotti di circa il 15%.
Come parte del suo piano per il settore, Bruxelles vuole nuove tutele commerciali a lungo termine destinate a sostituire le attuali salvaguardie sull’acciaio per contrastare il dumping delle importazioni da Paesi terzi gravati dai dazi. Su questo tema è intervenuta ieri Stephane Sejourne, vicepresidente esecutivo della Commissione europea che a Reuters ha detto che la regolazione dei afflussi entrerà in vigore a partire da aprile, in una mossa volta a impedire che acciaio a basso costo inondi il mercato europeo dopo l’imposizione di nuovi dazi da parte di Washington.
Gli appelli delle aziende europee leader nell’acciaio. Il crollo in borsa
I produttori europei di acciaio, già alle prese con gli elevati prezzi dell’energia e la concorrenza dell’Asia e di altri paesi, avvertono che l’Unione Europa rischia di trasformarsi in una discarica per l’acciaio a basso costo, dirottato dal mercato statunitense, il che potrebbe danneggiare gli impianti europei.
“In un periodo in cui nessuno rispetta le regole dell’Omc (Organizzazione mondiale del commercio) e tutti fanno riferimento alla sicurezza nazionale… l’Ue non può essere l’unico continente a lasciare che la sua industria vada in pezzi”, ha detto Sejourne a Reuters.
Considerato che il mercato statunitense sta diventando meno interessante dal punto di vista commerciale a causa dei dazi del 25% imposti dall’amministrazione del presidente Donald Trump, Sejourne teme che i produttori di Canada, India e Cina cerchino di vendere maggiori volumi in Europa.
L’amministratore delegato del secondo produttore di acciaio europeo, Thyssenkrupp, ha dette ieri che gli Stati Uniti hanno importato circa 23 milioni di tonnellate di acciaio l’anno scorso, volumi che ora stanno cercando altre destinazioni, tra cui l’Europa, a causa dei dazi sulle importazioni. Oggi il titolo perde l’8,66%. Le azioni di ArcelorMittal, il principale produttore europeo di acciaio, perde oggi il 3,82%. A Piazza Affari il gruppo Danieli perde il 4,20%,
La Commissione consulterà anche i produttori di alluminio, che affrontano grattacapi simili a quelli dei produttori di acciaio, sull’opportunità di avviare un’indagine accelerata per le misure di salvaguardia.
Gli afflussi verrebbero ridotti di circa il 15%
Sejourne, responsabile della definizione della strategia industriale della Ue, ha precisato che una prima misura consiste nella riduzione delle quote di importazione, note come misure di salvaguardia, per diversi tipi di acciaio a partire dal 1° aprile, il che ridurrebbe gli afflussi di circa il 15%. I volumi importati entro le quote riflettono flussi commerciali stabiliti e non sono soggetti a tariffe. Qualsiasi importazione di acciaio al di fuori della quota sarà colpita da una tariffa del 25%. Da luglio 2019, i volumi delle quote sono aumentati di oltre il 25% poiché il blocco rispetta le regole del Wto.
Nel 2024 l’Ue ha importato circa 60 milioni di tonnellate di acciaio, di cui 30 milioni di tonnellate rientravano nel contingente esente da dazi. Nel terzo trimestre la Commissione definirà inoltre nuove misure per sostituire le misure di salvaguardia rafforzate, che in base alle norme dell’Omc non possono essere prorogate oltre il 30 giugno 2026. Sejourne ha detto che, dopo i numerosi appelli da parte delle industrie, il nuovo meccanismo sarà molto più severo.
“Evitiamo che l’acciaio di domani diventi il gas di ieri”
“Dobbiamo anticipare le tensioni e le guerre future: abbiamo visto cosa è successo in passato con il gas russo… Evitiamo che l’acciaio di domani diventi il gas di ieri“, ha detto Sejourne aggiungendo che l’UE non vuole dipendere dalle importazioni di acciaio, materiale che tra l’altro sarà fondamentale nella ricostruzione nel dopo-guerra in Ucraina.
Per rafforzare ulteriormente le misure di difesa commerciale esistenti, si prevede che le norme sugli appalti pubblici saranno riviste nel 2026 per favorire l’acciaio europeo. La Commissione introdurrà anche una norma “fuso e colato”, secondo la bozza del Piano d’azione per l’acciaio e i metalli. La norma impedirebbe agli importatori di modificare l’origine del metallo “eseguendo una trasformazione minima”.
Tra le misure non commerciali, un programma pilota con la Banca europea per gli investimenti per contratti energetici a lungo termine darà priorità ai produttori di acciaio e alluminio. I dettagli saranno annunciati nel secondo trimestre del 2025.
“Vogliamo mantenere il nostro acciaio in Europa ed essere in grado di riciclarlo in Europa”, ha detto Sejourne. “È una questione strategica. Non c’è industria della difesa senza acciaio, non c’è automobile senza acciaio e vogliamo mantenere le nostre industrie”.
Von der Leyen: “Dobbiamo aiutare i nostri produttori”
Un’industria siderurgica e metallurgica forte in Europa, si legge nella nota della Commissione, è fondamentale per garantire la sicurezza Ue nell’attuale contesto geopolitico, nonché per mettere a terra il Piano ReArm Europe 2030. L’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen osserva che “il settore si trova a un “punto di svolta critico” tra costi energetici elevati, concorrenza globale sleale e la necessità di investimenti per ridurre le emissioni di gas serra.
“L’industria siderurgica è sempre stata un motore fondamentale per la prosperità europea, per questo l’acciaio pulito di nuova generazione dovrebbe continuare ad essere prodotto in Europa”, ha detto von der Leyen. “Ciò significa che dobbiamo aiutare i nostri produttori, che si trovano ad affrontare forti venti contrari sul mercato globale. Per garantire che rimangano competitivi, dobbiamo ridurre i costi energetici e aiutarli a introdurre sul mercato tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio. Con il nuovo Piano d’azione offriamo soluzioni concrete”. L’Unione promuove l’uso di contratti d’acquisto di energia (Ppa) e incentiva gli Stati membri a sfruttare la flessibilità fiscale e le tariffe di rete ridotte, per attenuare la volatilità dei prezzi dell’elettricità. Inoltre, favorisce un accesso più rapido alla rete per le industrie ad alta intensità energetica e sostiene l’incremento dell’uso di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio nel settore.
Sul fronte dei finanziamenti, nel biennio 2026-2027, l’esecutivo comunitario stanzierà 150 milioni di euro attraverso il Fondo di ricerca carbone e acciaio, a cui si aggiungeranno 600 milioni dal programma Horizon Europe parte del Clean Industrial Deal. Guardando oltre, l’obiettivo è raccogliere 100 miliardi di euro dalla Banca per la decarbonizzazione industriale, sfruttando il Fondo per l’innovazione e altre risorse esistenti. Nel 2025 partirà un’asta pilota da 1 miliardo mirata a decarbonizzare ed elettrificare i principali processi industriali.