Condividi

Acciaierie d’Italia, appello di Benaglia (Fim Cisl) a Mise e Invitalia per un incontro su finanziamento Aiuti bis

I sindacati metalmeccanici chiedono a Invitalia e MiSE un incontro per conoscere modalità e obiettivi del finanziamento ad Acciaierie d’Italia previsto nel decreto Aiuti bis

Acciaierie d’Italia, appello di Benaglia (Fim Cisl) a Mise e Invitalia per un incontro su finanziamento Aiuti bis

Le sigle sindacali dei metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, hanno scritto una lettera ad Invitalia e al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere un incontro relativo al finanziamento diretto che con il “decreto Aiuti bis” il governo ha previsto per sostenere l’attività di Acciaierie d’Italia.

Decreto Aiuti bis: fino a 1 miliardo per Acciaierie d’Italia

Il Governo uscente di Mario Draghi ha lanciato un salvagente da 1 miliardo in soccorso di Acciaierie d’Italia, per ridare ossigeno all’ex Ilva alle prese con grandi problemi di liquidità (solo con Eni ha circa 300 milioni di debiti). Nel decreto Aiuti bis, il Consiglio dei ministri ha varato una norma specifica per l’azienda dell’acciaio partecipata in minoranza dallo Stato attraverso Invitalia, in cui autorizza quest’ultima a “sottoscrivere aumenti di capitale o diversi strumenti, comunque idonei al rafforzamento patrimoniale, anche nella forma di finanziamento soci in conto aumento di capitale, ulteriori rispetto a quelli previsti ai precedenti periodi” e fino ad un importo non superiore a 1 miliardo di euro.

Benaglia e D’Alò: “Più coinvolgimento da Arcelor Mittal”

“Ora che il Governo ha realizzato quanto annunciato nell’incontro con tutte le parti sociali del 3 agosto al MiSE, abbiamo bisogno non solo di conoscere entità e forma del finanziamento, ma che lo stesso sia indirizzato al rilancio effettivo della gestione industriale e a migliorare la gestione dell’occupazione – dichiarano Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl e Valerio D’Alò della segreteria nazionale con delega alla siderurgia. Servono soluzioni rapide, ma non devono portare ad una gestione unilaterale dell’attuale management.

Lo sforzo che lo Stato italiano sta ulteriormente facendo verso Acciaierie d’Italia deve comportare un cambio di passo radicale che porti a più impianti funzionanti, più produzione e meno cassintegrazione e una migliore gestione degli appalti, altrimenti rischia di essere una notevole boccata d’ossigeno destinata tuttavia a consumarsi rapidamente senza effetti decisivi – dicono i sindacalisti –. Come da noi ribadito nell’incontro con il governo, è inevitabile che questo ulteriore sforzo da parte dello Stato produca un più diretto e ulteriore coinvolgimento attivo nel sostegno alla società da parte della multinazionale Arcelor Mittal, oggi proprietaria maggioritaria, che non può continuare a disimpegnarsi per il rilancio.”

Commenta