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Accesso all’acqua, Eni e Fao consegnano 11 impianti idrici nel Nord-Est della Nigeria

Eni

L’acqua, da bere o per irrigare, è indispensabile per il progresso. E l’Eni, presente in Nigeria dal 1962 con le proprie attività upstream, ha appena annunciato il completamento di un’ulteriore tappa del progetto Accesso all’acqua con la consegna di 11 impianti idrici nella regione africana. Si tratta di pozzi alimentati con pannelli fotovoltaici e integrati con impianti di trattamento e punti di prelievo. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di NNPC, la National oil company nigeriana, insieme alla Fao, tramite le controllate locali di Eni – Nigerian Agip Exploration (NAE) e Agip Energy & Natural Resources (AENR) – sul posto.

Gli 11 impianti idrici sono stati realizzati e consegnati negli Stati di Borno e Yobo, nel nord-est della Nigeria. L’impegno di Eni nei confronti con le popolazioni locali è consolidato da anni e costituisce una parte rilevante della strategia di sostenibilità portata avanti dal gruppo nazionale degli idrocarburi. L’acqua pulita e l’igiene (clean water and sanitation) sono infatti l’obiettivo numero 6 dei 17 stabiliti dall’Agenda Onu per il 2030 e Fao, il braccio operativo per l’agricoltura, ne è pienamente partecipe. Il progetto Accesso all’acqua si inquadra nell’accordo di collaborazione di FAO ed Eni in Nigeria, accordo che punta a raggiungere gli obiettivi 1, 2, 13, 17 e 6, come si è detto.

Eni e Fao insieme per rispondere alla crisi umanitaria

Cambiamenti climatici e conflitti interni – con il restringimento del bacino del Lago Ciad e l’influenza crescente del violento movimento di Book Aram – hanno acuito la crisi umanitaria, specie nel Nord-Est della Nigeria. L’instabilità dell’area e ragioni di sicurezza hanno però reso impossibile la consegna ufficiale degli 11 impianti alle comunità degli Stati di Borno e Yobo, spiega la nota di Eni, nonostante fossero stati realizzati già tra il 2018 e il 2019. La consegna è avvenuta ora.

A partire dal 2018, Eni e FAO hanno realizzato complessivamente 22 progetti di pozzi d’acqua nel quadro dell’iniziativa “Accesso all’Acqua”: 5 nel Territorio della Capitale Federale Abuja e 17 nel nord-est della Nigeria, in particolare negli Stati di Borno, Adamawa e Yobe. Nel complesso, l’iniziativa ha contribuito a migliorare i servizi igienici e ripristinare i mezzi di sussistenza per circa 67.000 persone, includendo gli sfollati interni e le comunità ospitanti.

Accesso all’acqua, un obiettivo fondamentale

“Nel nord-est, la disponibilità di acqua potabile sicura e di acqua per l’agricoltura è fondamentale per la crescita e la ripresa dei servizi essenziali”, rileva Fred Kafeero Country Representative di FAO in Nigeria e dell’Economic Community of West African States (ECOWAS). Fao contribuisce con importanti investimenti nell’irrigazione e nella gestione dell’acqua in quell’area. Anche Alberto Piatti, responsabile dello Sviluppo Sostenibile di Eni, sottolinea come il progetto nigeriano sia “una tappa fondamentale nella collaborazione con FAO nella regione, un passo concreto per migliorare le condizioni generali di vita degli abitanti, fornendo loro una fonte sicura anche per altri usi, come l’agricoltura”.

L’Eni, l’accesso all’acqua e la sostenibilità

Il tema dell’accesso all’acqua sta inoltre diventando sempre più importante – e non solo in Africa – considerato che la carenza di acqua viene aggravata dal cambiamento climatico. Quanto incidono gli interventi in Africa, Paese in cui Eni è storicamente presente, sul bilancio sostenibile del gruppo? Lo abbiamo chiesto a Alberto Piatti: “Nel 2020, gli investimenti per lo sviluppo locale in Africa sono stati circa il 46% del totale di quelli previsti, come da rendicontazione del report di sostenibilità dell’azienda – Eni for 2020”, è la risposta.

Un’ulteriore domanda riguarda la possibilità di esportare progetti per l’acqua come quello realizzato in Nigeria anche in altre aree dell’Africa. “Eni ha attuato iniziative simili di accesso all’acqua in vari Paesi – risponde ancora Alberto Piatti – tra cui Ghana, Angola, Repubblica del Congo e Kenya.

“In Ghana – prosegue – grazie a un programma avviato nel 2018 forniamo accesso all’acqua potabile alle comunità vicine ai nostri impianti operativi. Per conto dei partner del progetto OCTP, Eni Ghana ha completato un progetto di approvvigionamento idrico nelle tre comunità di Bakanta, Sanzule e Krisan, costruendo un sistema idrico con un processo di trattamento e punti di distribuzioni nelle aree, il tutto alimentato sempre da un impianto a energia solare. Nel 2021, abbiamo migliorato ulteriormente la rete e il sistema di approvvigionamento idrico, costruendo altri punti di erogazione a Sanzule ed estendendo il collegamento alla scuola di Sanzule/Krisan. È stato inoltre istituito il Water Board Committee, l’ente per la gestione idrica, con il compito di garantire la sostenibilità del progetto.

“In Angola, per citare un altro esempio – aggiunge ancora Piatti – abbiamo avviato nel 2017 il Progetto Sociale Integrato in collaborazione con il ministero dell’Energia e dell’Acqua e il ministero della Salute, in partenariato con la ONG ADPP Angola (Ajuda de Desenvolvimento de Povo para Povo), realizzando 12 pozzi d’acqua principalmente alimentati da fotovoltaico per migliorare l’accesso ai servizi essenziali nelle province di Huíla e Namibe a circa 14.500 persone.

“Nella Repubblica del Congo (Congo-Brazzaville), promuoviamo lo sviluppo socioeconomico delle comunità rurali del distretto Hinda attraverso una serie di iniziative che comprendono anche interventi infrastrutturali per migliorare l’accesso all’acqua. In particolare, abbiamo costruito 30 pozzi di acqua potabile, di cui 27 alimentati da sistemi fotovoltaici, che riforniscono abitazioni, scuole e strutture sanitarie.

“In Kenya, infine, abbiamo realizzato un impianto di dissalazione a energia solare, garantendo alla popolazione l’accesso all’acqua nella Contea di Lamu.

Altre iniziative di accesso all’acqua sono attualmente in essere, tra gli altri Paesi, in Mozambico, Iraq e Indonesia”.

 

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