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Accenture: migliora la trasparenza sulle emissioni di Co2 delle 100 maggiori aziende italiane

CDP ITALY 100 CLIMATE CHANGE REPORT 2012 – Nel 2012 quasi la metà delle società più grandi è in grado di rivelare le emissioni di carbonio e le proprie performance – Il 58% di queste ha fissato obiettivi di riduzione ma sono ancora pochi quelli a lungo termine – Sul campione analizzato possibili risparmi per 630 mln di euro – Fiat in cima agli indici.

Accenture: migliora la trasparenza sulle emissioni di Co2 delle 100 maggiori aziende italiane

Migliora il livello di verifica sulle emissioni di Co2 delle aziende italiane: nel 2012 quasi la metà delle società di maggiori dimensioni è in grado di rivelare le emissioni di carbonio e le loro performance. É quanto emerge al rapporto Cdp Italy 100 Climate Change Report 2012, pubblicato oggi dal Carbon Disclosure Project (Cdp) e Accenture.

“Le aziende italiane hanno significativamente migliorato la trasparenza sulle performance delle loro emissioni e il crescente impegno per la divulgazione contribuirà a ridurre i rischi finanziari e a migliorarne lo standing con investitori e assicuratori – ha detto Danilo Troncarelli, Sustainability Lead di Accenture – Più importante è una migliore qualità nella misurazione delle emissioni che porterà a maggiori forme di gestione delle stesse”.

Al questionario che ha generato l’annuale report CDP hanno risposto 46 delle 100 aziende italiane più importanti per capitalizzazione di mercato., contro le 35 dello scorso anno e le 21 del 2010. Cdp raccoglie le informazioni per conto di 655 investitori istituzionali con più di 78 miliardi di dollari in asset, che utilizzano i dati come parte delle loro analisi di strategie e investimenti.

Il report indica che aumentano le aziende che affidano la gestione delle tematiche di cambiamento climatico direttamente al board o al senior management (95% rispetto al 61% del 2011) e che più della metà delle imprese (58%) ha fissato obiettivi di riduzione. Qui, tra coloro che hanno risposto, sette su otto appartengono al settore delle utilities e quattro su sei a quello industriale.

Si tratta però di obiettivi per la maggior parte di breve termine: il 90% degli obiettivi saranno raggiunti entro il 2015 e il 40% di questi sarà già raggiunto entro la fine del 2012.
Solo cinque aziende hanno stabilito obiettivi a lungo termine da raggiungere entro il 2020.

La riduzione delle emissioni porta con sé anche risparmi economici. L’analisi di CDP e Accenture, condotta su un campione di 33 delle 46 aziende che hanno risposto al questionario, ha dimostrato che il risparmio annuo che potrebbe essere raggiunto dai loro obiettivi di riduzione delle emissioni potrebbe raggiungere 630 milioni di euro. Rispetto al numero totale di investimenti legati alla riduzione delle emissioni, più della metà ha un payback period di meno di tre anni.

“Le iniziative di riduzione delle emissioni in Italia possono avere un soddisfacente ritorno sugli investimenti – spiega Diana Guzman, Southern Europe Director CDP – Tuttavia, nonostante il notevole vantaggio economico che porterebbe la riduzione delle emissioni, notiamo che le aziende non stanno ancora definendo un approccio a lungo termine per la gestione della CO2, che è vitale per la costruzione di una futura prosperità economica”.

Nel 2012 in cima al Carbon Disclosure Leadership Index (CDLI), ossia la classifica sulla trasparenza, troviamo Fiat con 95 punti, che si conferma quindi leader per il terzo anno consecutivo. Seguono Stm, Enel, Eni, Fiat Industrial, Intesa Sanpaolo, Buzzi Unicem, Pirelli, A2A, Italcementi. Le prime dieci aziende che compongono il Carbon Disclosure Leadership Index (CDLI) di quest’anno hanno migliorato i propri risultati di 7 punti percentuali. Lo scorso anno i settori ricoperti dai primi dieci in classifica erano cinque. Quest’anno sono invece rappresentati sette settori (Consumer Goods, Energy, Finance, Materials , Industry, Information Technology e Utility). Il numero di società con scoring maggiore di 70 (gli High Scorer secondo la metodologia CDP) è cresciuto da 13 del 2011 a 20 del 2012.

Le aziende sono state valutate anche in base alla quantità e la qualità delle loro riduzioni di emissioni e delle strategie e classificate in base ai diversi livelli di performance. I migliori risultati di performance sono inclusi nel Cdp Carbon Leadership Index (CPLI). In base a questo indice le prime tre posizioni sono occupate da Fiat, Eni e Intesa Sanpaolo. Gli indici sono utilizzati dagli investitori per valutare la preparazione aziendale alle norme che regolano le emissioni e per guidare le decisioni di investimento.

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