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Accadde oggi: Oberdan Sallustro, da Napoli a Buenos Aires, così il manager Fiat amico di Agnelli fu assassinato dall’Erp 52 anni fa

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Il 10 aprile 1972 veniva ritrovato in una villetta della periferia di Buenos Aires il corpo senza vita di
Oberdan Sallustro, direttore generale della Fiat Concord argentina, sequestrato ed assassinato dall’Erp (Esercito Rivoluzionario del Popolo). Iniziava dall’altra parte del mondo quel tributo di sangue che avrebbero versato in Italia negli anni successivi altri uomini della Fiat, vittime del terrorismo brigatista. La famiglia del padre era emigrata in Argentina da Napoli nella seconda metà dell’ ottocento. Gaetano Sallustro, con la moglie Anna D’Amato, nel 1899 si spostano ad Asunciòn in Paraguay dove avviano una attività di produzione e vendita di gioielli, e nel 1915 nasce il loro terzogenito, Oberdan, cui viene dato il nome del patriota irredentista Guglielmo Oberdan, impiccato a Trieste nel 1882 dagli austroungarici.

Oberdan Sallustro, chi era

I Sallustro, ormai in possesso di una discreta fortuna, tornano a Napoli nei primi anni Venti. E proprio a Napoli il loro primogenito Attila, tradendo le aspettative del padre che lo voleva avvocato, sarà il primo calciatore paraguagio del campionato italiano, giocando da capitano per 11 anni con la maglia del Napoli, e collezionando, una volta naturalizzato, alcune presenze nella Nazionale universitaria del tempo e nella Nazionale maggiore. Per molti anni Attila Sallustro giocò nel Napoli gratuitamente perché il padre giudicava disdicevole essere pagati per giocare. Passato finalmente professionista sposò Lucy D’Albert, una delle più famose soubrette di quei tempi, di origine russa e in seguito naturalizzata italiana.

Una volta attaccate le scarpine ai chiodi, e dopo una breve parentesi di allenatore dello stesso Napoli, per oltre venti anni sarà il direttore dello stadio San Paolo di Napoli. Soltanto cinquanta anni dopo i napoletani si innamoreranno ancora di più di un altro sudamericano, Diego Armando Maradona, ma Napoli e dintorni saranno memori di Attila Sallustro dedicandogli una strada nel quartiere di Ponticelli, una via a Pomigliano d’Arco e un piazzale a Casavatore, oltre allo stadio comunale di Carbonara di Nola.

Oberdan Sallustro, a Torino l’incontro con Gianni Agnelli

Anche Oberdan, seguendo le orme del fratello maggiore, intraprese la carriera di giocatore di calcio. Terminato il liceo a Napoli, tornò in Paraguay per giocare nel Nacional di Asunciòn ma con scarsa fortuna. Dopo qualche anno ritornò in Italia e si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza di Torino dove conobbe Gianni Agnelli, il futuro Avvocato e patron della Fiat. Naturalizzato italiano da tempo, allo scoppio della seconda guerra mondiale Oberdan Sallustro fu ufficiale di complemento sul fronte greco. Dopo l’ 8 settembre si unirà in Piemonte alle brigate partigiane di Giustizia e Libertà.

Al termine della guerra ritorna a Torino dove nel 1946 si laurea in giurisprudenza e nello stesso
anno si avvia alla carriera diplomatica come addetto commerciale della ambasciata italiana ad Asunciòn in Paraguay. Nel 1949, su richiesta di Valletta all’allora ministro degli Affari esteri Carlo Sforza, Oberdan Sallustro collaborerà con il plenipotenziario Fiat per il Sud America, il torinese Aurelio Peccei, per la ripresa delle relazioni commerciali con l’Argentina e l’individuazione di una possibile area industriale su cui insediare le proprie produzioni, viste le grandi potenzialità che al tempo quel Paese offriva.

Oberdan Sallustro e l’ascesa della Fiat in Argentina

A Buenos Aires avrà modo di incontrare anche Susanna Agnelli ed il marito conte Urbano Rattazzi, che si erano rifugiati per alcuni anni in Argentina, dopo i trascorsi nel 1944-1945 del Rattazzi nel battaglione della X Mas della repubblica sociale di Salò. Nello stesso anno viene raggiunto, grazie anche al lavoro svolto da Sallustro, un accordo tra la Fiat e le Fabricaciones Militares argentine per la costruzione a Cordoba di uno stabilimento destinato alla produzione di autocarri, trattori e materiale ferroviario.

Oberdan Sallustro ormai fa parte a tutti gli effetti della Fiat e con Peccei continua a tessere rapporti con le autorità governative per creare un centro di produzione automobilistico nel Paese, nonostante l’opposizione concorrenziale delle aziende americane già da tempo in loco, in particolare della General Motors, preoccupate del ruolo che la stessa Fiat avrebbe potuto svolgere nello sviluppo industriale dell’Argentina.

Fiat, la svolta: sì alla produzione di auto in Argentina

Il Paese, dopo la caduta nel 1956 di Peron, trascorre un periodo di sviluppo economico, accompagnato dalla sostituzione del trasporto ferroviario per quello automobilistico di massa. Costituita la Fiat Concord, Presidente Aurelio Peccei e direttore generale Oberdan Sallustro, si iniziano ad importare direttamente dall’Italia le automobili, in particolare l’icona del miracolo italiano, la Fiat 600. Grazie al lavoro di Peccei e Sallustro, nel 1959 il governo argentino autorizza definitivamente la Fiat a produrre automobili nel Paese. Nel 1960 dalle linee di montaggio dello stabilimento di Caseros, nell’area di Buenos Aires, uscirà la prima Fiat Concord 600, identica a quella della casa madre. Tre anni dopo, anche la Peugeot si insedierà a El Palomar, sempre nell’hinterland di Buenos Aires. Sotto la direzione di Oberdan Sallustro la Fiat Concord scalerà la vetta dei costruttori automobilistici argentini con una produzione che varierà da 150.000 a 200.000 vetture l’anno, avendo individuato quella fascia di mercato della classe media che soprattutto le case automobilistiche americane avevano trascurato.

Argentina instabile tra governi, golpe militari e sequestri

Peraltro in Argentina negli anni Sessanta e Settanta regnerà una alta instabilità politica e sociale : governi regolarmente eletti si alterneranno ai golpe militari, in presenza comunque di una guerriglia organizzata da gruppi di sinistra come i Montoneros di matrice peronista o l’Erp (Ejército Revolucionario del Pueblo) di ispirazione marxista-trotzkista. Sarà un commando dell’Erp a sequestrare Oberdan Sallustro il 21 marzo 1972 nei pressi della sua abitazione mentre si stava recando in ufficio. La notizia desta grande attenzione anche in Italia se non altro perché tre settimane prima, il 3 marzo, era avvenuto, per la prima volta, un sequestro delle Brigate Rosse, quello del dirigente della sede milanese della Sit-Siemens Idalgo Macchiarini.

Il sequestro era durato soltanto una ventina di minuti: il tempo di caricarlo su un furgone, fotografarlo e lasciarlo a qualche centinaio di metri dalla sua abitazione. La fotografia veniva inviata ai quotidiani con il Macchiarini ritratto con un cartello al collo che riportava quella che sarebbe diventata una famigerata scritta “Mordi e fuggi. Colpirne 1 per educarne 100”. I terroristi giustificarono il sequestro di Sallustro accusandolo, come possono fare tali personaggi, di essere complice del Presidente dell’Argentina, generale Alejandro Lanusse per l’arresto di circa 250 appartenenti allo stesso Erp presenti negli stabilimenti della Fiat Concord.

Oberdan Sallustro: il sequestro, le trattative rifiutate e il riscatto mai pagato

Come dichiarato successivamente, il loro obiettivo era di ottenere un immediato riscatto di circa 2 milioni di dollari e la liberazione di tutti i dipendenti Fiat arrestati. Il generale Lanusse rifiuterà qualsiasi trattativa nonostante le pressioni della Fiat, non solo di Aurelio Peccei ma anche di Gianni Agnelli, amico di Oberdan Sallustro sin dai tempi dell’Università, disposto a pagare il riscatto. A nulla valsero altrettanto le pressioni su Lanusse di Papa Paolo VI, che nel 1968 aveva insignito Oberdan Sallustro con l’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno, ed i suoi appelli ai terroristi. Anche gli ottomila lavoratori della Fiat Concord manifesteranno in più occasioni per la sua liberazione. Gli unici che plauderanno all’iniziativa “rivoluzionaria” dell’Erp saranno in Francia i soliti intellettuali di sinistra, come Jean Paul Sartre e Julio Cortàzar.

Caccia ai terroristi e omicidio di Sallustro

La caccia ai terroristi dura una ventina di giorni. Ogni volta che la polizia federale arresta membri
del commando, i restanti spostano l’ostaggio da un luogo all’altro, finché all’alba del 10 aprile
1972 la polizia irrompe in una villetta alla periferia di Buenos Aires. I tre carcerieri rimasti riescono a darsi alla fuga, non prima di aver trucidato, nella “cella del popolo”, con diversi colpi di arma da
fuoco Oberdan Sallustro. Saranno catturati più tardi, ma non si saprà mai esattamente chi gli avesse sparato, accusandosi vicendevolmente l’un l’altro e non andando mai a processo per intervenuta amnistia.

Oberdan Sallustro e la lettera alla moglie

Sul corpo di Sallustro sarà trovata una lettera indirizzata alla moglie: “Sono molto sereno, pure io come Socrate, perché finalmente conoscerò la verità di Giorgio (il figlio morto giovane, ndr) e di Dio. Cordialmente. Oberdan”. Ai suoi funerali in Argentina parteciperà anche Gianni Agnelli, che disporrà 5 minuti di silenzio in segno di lutto in tutti gli stabilimenti Fiat nel mondo. Ci sarà soltanto una seconda volta in cui gli stabilimenti Fiat nel mondo si fermeranno per 5 minuti di silenzio in segno di lutto proprio per la scomparsa dell’Avvocato.

Argentina, amnistia per tutti i terroristi

Nel maggio 1973 viene eletto Presidente dell’Argentina il peronista Hector Campora che concederà l’amnistia generale a tutti i terroristi, compresi i sequestratori di Oberdan Sallustro. Alcuni di questi ritorneranno alla lotta armata, altri godranno in Francia di un esilio dorato sulla base della dottrina Mitterand, altri diventeranno desaparecidos con l’ avvento della nuova giunta militare del generale Videla nel 1976. Quando nel 1977 la Fiat Concord lancia la Fiat 133, una vettura progettata direttamente in Argentina, gli stessi argentini la soprannomineranno con orgoglio “Sallustro”. Nel 1980 la Fiat Concord si fonderà con la Psa, che costituirà la “Sevel argentina” a El Palomar. In Argentina la Fiat resterà con la fabbrica di Cordoba, che sarà ribattezzata Cor. Mec., con cui nel 1996 ritornerà a produrre automobili, come succursale dello stabilimento Fiat del Brasile. Gli stabilimenti di El Palomar e di Cordoba fanno parte ora del Gruppo Stellantis, nato dalla fusione della Fca con la Psa.

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