Finì esattamente 46 anni fa, il 9 agosto del 1974, l’avventura di Richard Nixon come 37esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il politico repubblicano, ricordato come uno dei più controversi presidenti Usa, fu travolto dallo scandalo Watergate e costretto a dimettersi dopo due anni di tentativi di insabbiamento. Nixon, che fu sostituito dal vice Gerald Ford e che poi morì 20 anni dopo, nel 1994, era sotto impeachment da quattro giorni: ecco perché, per evitare di farsi destituire, decise di lasciare volontariamente l’incarico ed è stato il primo e finora unico presidente statunitense a rassegnare le dimissioni prima della fine del mandato che nel suo caso, rieletto nel 1972, sarebbe durato fino al 1976.
Il Watergate è stato probabilmente il più grande scandalo politico americano del dopoguerra, e prese il nome dal Watergate Complex, un complesso edilizio di Washington che ospita il Watergate Hotel, l’albergo in cui furono effettuate le intercettazioni che diedero il via allo scandalo. I fatti emersero grazie all’inchiesta giornalistica promossa da due reporter, Bob Woodward e Carl Bernstein, che fecero venire a galla una serie di pratiche e di attività studiate e organizzate dall’amministrazione Nixon, tra il 1972 e il 1973, per consolidare il proprio sistema di potere e indebolire l’opposizione politica dei movimenti pacifisti e del Partito democratico. I documenti scottanti riguardavano anche la gestione della guerra in Vietnam e gli altri conflitti nel Sud-Est asiatico. La “bomba” scoppiò già nel 1972, Nixon resse a due anni di montanti difficoltà politiche ma poi fu messo sotto impeachment e di fatto costretto a lasciare. La vicenda ha ispirato diversi libri e film, tra cui Tutti gli uomini del presidente.
Oltre che per il Watergate, Nixon viene ricordato per la sua politica progressivo disimpegno di uomini sul campo nella guerra del Vietnam, in favore di meno dispendiosi (in termini di vite umane americane) bombardamenti, diplomazia e guerra segreta. Anticomunista convinto, aprì alla Cina in chiave anti-sovietica, e diede un parziale sostegno ai diritti civili, in particolare nella lotta contro il segregazionismo e nella lotta contro il proibizionismo per le droghe leggere. Sostenne le prime politiche, molto blande, di impegno ambientale degli Usa, ma la sua presidenza si è macchiata anche dell’aperto sostegno alla dittatura militare di Pinochet in Cile.