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ACCADDE OGGI – Nel ’47 il primo “bug” informatico fu… Una falena

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In italiano, la parola inglese “bug” è ormai d’uso comune per indicare un errore in un programma informatico, che può influire sul funzionamento o sulla sicurezza del sistema operativo. Ma da dove arriva? La storia che c’è dietro ha dell’incredibile e risale al 9 settembre del 1947: esattamente 74 anni fa, un gruppo di scienziati e di ingegneri americani trovò il primo bug di sempre in un computer.

Ora, il sostantivo “bug” in inglese significa “insetto”, e l’aspetto inverosimile della vicenda è proprio questo: il primo bug informatico della storia fu letteralmente un insetto. Una squadra di ricercatori dell’Università di Harvard, nel Massachusetts, si accorse che il loro computer – il Mark II, un bestione di 370 metri quadri per 23 tonnellate di peso – produceva errori in continuazione. Per ripararlo, lo aprirono e dentro trovarono… Una falena. Era rimasta intrappolata nel gigantesco hardware e, svolazzando qua e là, aveva scollegato alcune componenti elettroniche.

Del gruppo di scienziati che trovò il primo bug faceva parte anche Grace Hopper, una militare americana che oggi è ricordata come una pioniera della programmazione informatica. Spesso si dice che fu proprio lei a segnalare il bug, ma non è vero. Tuttavia, è probabilmente a lei che si deve la notorietà dell’incidente.

Hopper, che aveva conseguito un dottorato in matematica alla Yale University nel 1934, fu uno dei primi programmatori di computer della storia: inventò la prima macchina per l’elaborazione di dati in lingua inglese e gettò le basi per lo sviluppo di linguaggi di programmazione indipendenti dai computer, come il Cobol, che contribuì a sviluppare. Il suo nome, però, è rimasto legato per tre quarti di secolo all’aneddoto della falena.

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