Compie mezzo secolo di vita precisamente oggi il Nasdaq, l’indice dei titoli tecnologici della Borsa americana. Fondato a New York il 4 febbraio 1971, ha ufficialmente esordito sul mercato quattro giorni dopo, lunedì 8 febbraio: la sede è a Time Square, nel cuore finanziario della Grande Mela, e il nome scelto, Nasdaq, altro non è che l’acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotation (lett. “Associazione nazionale degli operatori in titoli con quotazione automatizzata”). E’ inoltre il primo esempio al mondo di mercato borsistico completamente elettronico, cioè di un mercato costituito da comunicazioni via computer. Originariamente i computer servivano solo per diffondere le informazioni dei prezzi in via continua e non a connettere gli operatori: il passaggio degli ordini, fino al 1987, avveniva infatti via telefono. La trasmissione interamente telematica anche degli ordini venne istituita a fine 1987.
Partito 50 anni fa con un valore iniziale di 100 punti, il Nasdaq ha raggiunto un massimo storico di 5.132 punti il 10 marzo 2000, in pieno boom della New economy, prima del successivo scoppio della bolla speculativa delle Dot-com, per poi risalire e sfondare la scorsa estate, dopo il crollo primaverile a causa del Covid, quota 10.000 punti. In quasi costante ascesa da allora, oggi l’indice viaggia sui 13.560 punti (aggiornato all’inizio della seduta di venerdì 5 febbraio 2020), il suo massimo di sempre. E non potrebbe essere altrimenti, visti i continui record dei titoli che lo compongono: sono infatti in questo listino le aziende più capitalizzate del mondo, da Microsoft ad Amazon, da Apple a Google (Alphabet), da Facebook a Yahoo, senza dimenticare IBM, Cisco, Tesla, Intel, Netflix, eBay, solo per citare in ordine sparso alcuni dei brand più popolari.