Il primo ottobre del 1958 iniziavano le operazioni della National Aeronautics and Space Administration: in acronimo, Nasa. Fondata ufficialmente il 29 luglio dello stesso anno, quando il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower aveva firmato la legge per costituirla, l’agenzia spaziale americana iniziò a lavorare esattamente 62 anni fa.
Poco più di un anno prima, il 4 ottobre del 1957, l’Urss aveva lanciato in orbita lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale al mondo. Nel clima della guerra fredda, la superiorità sovietica nella corsa allo spazio allarmò il Congresso, che sollecitò il Presidente a prendere provvedimenti. Il più importante fu proprio l’istituzione della Nasa, che assorbì la precedente Naca (National Advisory Committee for Aeronautics).
Per i successivi 15 anni l’attività dell’Agenzia si concentrò prevalentemente su tre programmi: Mercury (1958-1963), Gemini (1961-1966) e il più famoso di tutti, Apollo (1961-1972).
Il primo grande risultato arrivò nel 1961, quando – con la missione Mercury 3 – l’astronauta Alan Shepard divenne il primo statunitense a spingersi fino allo spazio. Il volo balistico avvenne a bordo della capsula spaziale Freedom 7, che partì da Cape Canaveral e fu poi recuperata in mare.
La prima passeggiata spaziale made in Usa risale invece al 1965 e a farla fu Edward White. Anche in questo campo, però, gli americani erano stati battuti dai sovietici, che nel 1961 avevano spedito Yuri Gagarin a volare intorno alla Terra per 108 minuti.
Il riscatto della Nasa arrivò solo nel 1969, con la missione Apollo 11. Erano le 22.17 italiane quando Neil Armstrong, primo uomo della storia a camminare sulla Luna, pronunciò la celebre frase: “Un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”.
L’anno successivo, invece, arrivò il più rovinoso dei fallimenti: la missione Apollo 13, quella della comunicazione divenuta proverbio: “Houston, abbiamo un problema”. L’equipaggio riuscì a tornare a casa dopo che, a 56 ore dal lancio, la rottura di un serbatoio dell’ossigeno aveva causato molti problemi a diversi sistemi di bordo, impedendo così l’allunaggio.
Seguirono nei decenni successivi diversi passi avanti: nel 1983 la prima donna nello spazio (Sally Ride), nel 1990 il lancio del telescopio spaziale Hubble (ancora attivo), nel 1998 la prima missione per l’assemblaggio della Stazione spaziale internazionale, nel 2012 l’atterraggio su Marte con il robot Curiosity.
E adesso? È notizia di pochi giorni fa l’accordo fra Italia e Stati Uniti sul programma Artemis per l’esplorazione della Luna. La dichiarazione d’intenti è stata firmata a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per lo spazio, Riccardo Fraccaro, in collegamento con l’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstine. L’Italia è il primo Paese europeo a firmare con gli Stati Uniti un accordo bilaterale sull’esplorazione lunare.